INES FONTENLA risponde alle cinque domande di Hidalgo

Ritrato Fontenla-bianco e nero copiaHidalgoarte è lieta di pubblicare il contributo di un’artista internazionale, di origine argentina. E’ il turno di Ines Fontenla, nata a Buenos Aires, di formazione concettuale-installativa, autrice di suggestive installazioni multimediali, sensibile alle tematiche relative alle grandi migrazioni, alla questione ecologica e ai beni comuni. Risponde al questionario proustiano di Hidalgo sottolineando come i momenti di crisi economica siano spesso occasioni per riattivare i meccanismi della creatività.

 

  1. Qual è il ruolo della comunicazione, anzi dell’ipercomunicazione tipica dei nostri tempi, nel condizionare le dinamiche del mondo dell’arte?

In questo momento di grande sviluppo dell’interrelazione, la comunicazione diventa fondamentale.

Però l’attenzione, l’eccesso d’informazione a volte, può azzerare o banalizzare il mondo dell’arte, non lasciando il tempo per analizzare e approfondire la complessità delle opere.

 

2. In che misura e in che modo la crisi economica e di valori che attraversa l’intero Occidente riverbera e influisce sull’arte contemporanea?

Credo che l’arte non si fermi con la crisi economica. Può limitare il mercato, ma l’artista resta sempre attivo. Io vengo da un paese, l’Argentina, che ha fatto della crisi il suo “modus vivendi” ed ho verificato che spesso è stato di stimolo. C’è tanto da dire nei momenti difficili!

 

3. Esiste ancora una autonomia e un ruolo per il critico d’arte?

Ritengo che non esista, né che sia mai esistita una vera autonomia del critico d’arte.

Esiste un legame stretto del critico d’arte con il mercato e la politica, essendo questi quelli che gli permettono sviluppare il suo lavoro.

 

4. Che ruolo gioca il sistema dell’arte nella selezione delle figure più influenti e di successo?

Penso che il sistema dell’Arte abbia un ruolo molto importante, esso determina le  “regole del gioco” e stabilisce chi ne è dentro e chi ne è fuori.

Però l’Arte non può essere limitata a un sistema, è una entità più ampia come si è potuto vedere, ad esempio, nella Biennale di Venezia del 2013, curata da Massimiliano Gioni, che raccoglieva una serie d’artisti che hanno lavorato per tutta la vita al di fuori del sistema.

 

5. Quali ti sembrano le figure di intellettuali (curatori, direttori di museo, filosofi) prestati all’arte di maggiore interesse ?

In questo momento mi interessano molto le modalità di rappresentazione della realtà attraverso simboli e metafore. Per questo sono molto interessata agli intellettuali che approfondiscono il linguaggio delle immagini. Penso a Carl J. Jung quando dice: “Spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto intorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente”.

 

Inés Fontenla è nata a Buenos Aires, dove ha studiato. Nel corso del tempo ha ottenuto delle borse di studio in Spagna e in Italia, che le hanno permesso di approfondire i suoi studi in ambito artistico.

Le sue opere, perlopiù installazioni multimediali, hanno per oggetto alcuni temi cruciali del nostro tempo: le grandi migrazioni umane, i conflitti sociali e ambientali.

Le sue installazioni, di grande intensità espressiva, riescono a condurre lo spettatore all’interno delle quotidiane inquietudini di ognuno di noi. Parlano una lingua dove superficie e profondità, etica ed estetica coincidono.

Ha partecipato a diverse mostre in contesti pubblici e privati in  Europa, America Latina e Asia. Tra le ultime mostre personali in spazi pubblici: Macro a Roma; Centro Cultural Recoleta a Buenos Aires; Palazzo Italia a Belgrado; Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università La Sapienza a Roma.Ultime mostre di gruppo in spazi pubblici: Centro Cultural Borges a Buenos Aires; Isola della Certosa a Venezia; Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova; Museo Nasional Indonesia a Jakarta; Castello Colonna a Genazzano;  Museo Bemnaki a Atene; Kunstverein  Bellevue-Saal a Wiesbaden; Sede del Parlamento Europeo a Bruxell; Museo de la Inmigración a Buenos Aires;  Kunstverein Villa Streccius a Landao;  Palazzo della Borsa a Genova; Vasby Konsthall a Stoccolma; Kulturfonden a Copenaghen.

 

 

 

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