GIUSEPPE MODICA risponde alle cinque domande di Hidalgo

(BR) Giuseppe Modica,2014 Foto Dino Ignani copia

Come ricordava Maurizio Fagiolo dell’Arco, uno dei più autorevoli lettori del lavoro di Giuseppe Modica,  “la luce è la vera protagonista della pittura di Modica”.

Il pittore siciliano, titolare della cattedra di Pittura e Direttore del Dipartimento Arti Visive presso L’Accademia di Belle Arti di Roma, è oggi protagonista della nostra rubrica e si “racconta”, attraverso il questionario proustiano, mettendo “in luce” il suo punto di vista sulla comunicazione, sul mercato dell’arte e sulla critica.

1) Qual è il ruolo della comunicazione, anzi dell’ipercomunicazione tipica dei nostri tempi, nel condizionare le dinamiche del mondo dell’arte?

Credo che l’ipercomunicazione sia un’informazione a pioggia generica, ossessiva e martellante che omologa tutto, che appiattisce le differenze senza la possibilità di esercitare un vero scandaglio critico sul valore espressivo e rilevanza poetica delle opere d’arte.

Manca in questo tipo di informazione la componente riflessiva e meditativa della conoscenza che ti permette di compenetrare e approfondire il testo.

Unici interessi perseguiti dall’ipercomunicazione sono quelli sensazionalistici e spettacolari di banali e prevedibili provocazioni e dei record della finanza nell’arte.

Molti artisti si sono adattati alle regole e al sistema imposto da essa orientando il proprio lavoro verso una dimensione più ammiccante e “comunicativa” privilegiando lo spettacolo plateale, gli effetti scenografici, la pelle alla sostanza strutturale, ed il rumore a discapito di una dimensione poetica interiore, lirica e meditativa di silenzio e riflessione.

 

2) In che misura e in che modo la crisi economica e di valori che attraversa l’intero Occidente riverbera ed influisce sull’Arte contemporanea?

 La crisi economica e di valori si riflette in maniera decisamente negativa e devastante nell’arte contemporanea. Qualche anno fa si diceva, o si auspicava, che la crisi avrebbe portato igiene e pulizia nel mondo dell’Arte, facendo sparire dal mercato i prodotti effimeri, deboli e inconsistenti a favore della qualità. Non è stato così in questi anni, e la qualità è peggiorata con un cinico gioco al ribasso, svilendo e mortificando anche valori già storicizzati. Sono anche subentrati nel mondo dell’Arte sedicenti organizzazioni ed associazioni mercenarie che sfruttano le aspettative di ingenui giovani autori e le ambizioni di molti dilettanti. Oltre alla crisi economica e di valori c’è stata una crisi etica, alimentata anche da parte di alcuni nuovi operatori preposti ad affiancare il sistema dell’Arte. La mancanza di etica, di cultura e di tensione ideale di certi operatori che hanno perseguito solo obiettivi di mera finalità finanziaria anteponendo essi ad ogni qualità poetica e prestigio ha fatto il resto. Le case d’asta si sono sostituite alle gallerie, debellate dalla crisi economica, che avevano fino ad un recente passato una linea di scelta editoriale che era quasi sempre garante di qualità. Mai come oggi, il valore economico dell’opera si è svincolato dal suo valore qualitativo fino alla assoluta incompatibilità

 

3) Esiste un’autonomia e un ruolo per il critico d’arte?

Il critico congiunto alla formazione di storico oggi è una figura scomoda per il sistema dell’Arte che privilegia solo l’aspetto mercantile, ed è stata marginalizzata ed esautorata con la finalità ben precisa di vanificare ogni giudizio critico che possa essere da intralcio alla libera speculazione finanziaria. Un tempo non lontano, salvo qualche eccezione, valore poetico e valore economico andavano in sintonia e di pari passo, oggi da venti anni a questa parte pare che questo legame sia stato completamente reciso. Puoi trovare capolavori marginalizzati dal mercato ed opere insignificanti dal punto di vista artistico sopravvalutate dal punto di vista mercantile.

Penso che il critico e lo storico dell’arte abbiano un ruolo più che mai necessario nel risolvere questa aporia e sanare questa frattura e che possano farlo nel modo migliore in sinergia con gli artisti stessi. E’ necessario che non perdano il contatto con i laboratori e gli atelier per rendere vitale il dibattito e mantenerne il dialogo.

 

4) Che ruolo gioca il sistema dell’Arte nella selezione delle figure più influenti e di successo?

 Esiste oggi una gran confusione di infinite proposte ed indicazioni spesso anche contraddittorie che vengono referenziate ed imposte dall’alto di poteri finanziari

Un tempo non lontano un artista aveva una sua lenta conquista di credibilità e successo attraverso un curriculum di prestigio e di valore (Biennale, Quadriennale, Triennale, mostre personali, premi, rassegne, testimonianze e saggi critici, articoli sulle maggiori testate) poi alla fine della sua carriera avveniva un riconoscimento istituzionale da parte del Museo che lo storicizzava e che lo acquisiva . Oggi sembra che sia all’opposto ed anzi alcuni musei sono diventati parte attiva nel mercato, inglobando giovani esordienti pensando forse di ipotizzare od interrogare la storia (?). I futuristi non si scagliavano contro i luoghi paludati ed istituzionali del Museo?

Venendo meno ogni pensiero critico tutto è possibile!

 

5) Quali ti sembrano le figure di intellettuali (curatori, direttori di museo, filosofi,) prestati all’ arte di maggiore interesse?

 

Qui a Roma, fatto straordinario, sopravvive una ragione critica avvertita grazie alla presenza di bravi ed eccellenti studiosi eredi ed allievi di insigni maestri come Argan, Briganti, Calvesi, Crispolti, Fagiolo Dell’Arco. Trucchi, Benedetti, Appella, Giuffrè, Bonito Oliva,Strinati, D’Amico, Corà, Bilardello.

Mi vengono in mente alcuni della mia generazione come R. Gramiccia fine collezionista ed arguto polemista, M. Di Capua, F.Benzi, F. Gallo, F. Carli, M. Apa, D. Fonti, altri più giovani come V. Rivosecchi, F. R. Morelli, G. Simongini, altri della nuova generazione come L. Canova, G. Gigliotti, A. Dambruoso, L. Mattarella, F. Matitti, E. Gigli.

La stessa cosa vale per le gallerie che resistono e non rinunciano alla loro funzione di autonomia editoriale come La Nuova Pesa, Sargentini, AAM Moschini, Fondazione Volume, Pio Monti, Studio S, Andrè e di recente la nuova sede di Mucciaccia. Sospesa in un limbo assoluto, in una dimensione altra e distante dalle ansie quotidiane delle altre c’è invece la sede romana di Gagosian.

Tra i filosofi prestati all’arte mi piace ricordare Rocco Ronchi, Giorgio Agamben e Massimo Onofri per le sue specifiche incursioni nella pittura dal punto di vista letterario.

 

Crediti fotografici: Dino Ignani

1953 Giuseppe Modica nasce a Mazara del Vallo, Trapani. L’interesse per la pittura si mostra assai precocemente e appena quattordicenne dipinge le sue prime tele, nature morte nelle quali è già presente la tensione verso una “metafisica” delle cose quotidiane.

1972 – Si iscrive alla facoltà di Architettura di Palermo e l’anno successivo si trasferisce a Firenze, città nella quale instaura un dialogo intenso e proficuo con il “museo” e dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, completando gli studi nel 1978.

1973 – Gennaio.  Esordisce, a diciannove anni, con una mostra personale a Mazara del Vallo; poi, nel giugno, a Palermo.

1976 – La Galleria La Stufa ospita la sua prima personale a Firenze; nella presentazione in catalogo il critico Elvio Natali parla già di “metafisica”.

1978  Completati gli studi rimane a Firenze dove prosegue la sua attività di ricerca artistica. Sono anni durissimi nei quali la sopravvivenza è assicurata dall’appoggio di pochi amici appassionati d’arte e di piccoli collezionisti.

Anni di sperimentazione, fondamentali per la sua formazione nei quali si va strutturando il suo linguaggio pittorico, quella “misura”, quel rigore essenziale che saranno elemento sostanziale e vitale della sua opera futura.

Gli è a fianco la moglie Carla, conosciuta nel 1976.

19821984 – Allestisce le altre mostre di Firenze che riscuotono l’interesse della critica toscana più attenta: Pier Carlo Santini, Tommaso Paloscia, Renzo Federici, Giuseppe Nicoletti. Partecipa a Basilea alla Fiera Internazionale d’Arte “Art Basel 13” e alla successiva edizione “Art Basel 14” con la Inter Art Galerie Reich.

1985 – Il pittore Bruno Caruso, al quale è ancora oggi legato da stima e amicizia, scrive un significativo saggio per la mostra alla galleria romana “Incontro d’arte”. La mostra costituisce il momento di partenza per un dialogo con studiosi che hanno poi sostenuto il suo lavoro: Dario Micacchi, Enzo Bilardello, Guido Giuffrè e altri.

In quell’occasione incontra Maurizio Fagiolo dell’Arco che da quel momento si è interessato con viva attenzione all’evoluzione della ricerca di Modica.

1986   La prima mostra personale alla Galleria “La Tavolozza” di Palermo, nel corso della quale fa conoscenza con lo scrittore Leonardo Sciascia, che manifesta interesse e apprezzamento per le sue opere e gli dedica un intervento sul “Corriere della Sera”, una pagina di grande chiarezza, rivelatrice e premonitrice di una nuova verità per la ricerca di Modica.

1987 – Si trasferisce a Roma.

1989 – Apre un dialogo con Vittorio Sgarbi che focalizza in termini storico-critici lo spessore e l’autonomia della ricerca di Modica ne L’ammodicazione del sogno, testo per le personali alla galleria “La Tavolozza” di Palermo e “Jannone” di Milano.

Nello stesso anno vince la Cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti(concorso nazionale per esami,titoli e meriti artistici). Attualmente è Docente Ordinario di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.

La critica continua ad occuparsi di lui, fra gli altri Marcello Venturoli, Sebastiano Grasso, Giorgio Soavi, Claudio Strinati.

1990 – È invitato alla VI Triennale dell’incisione di Milano.

1991 – La sua prima retrospettiva museale è allestita alla Tour Fromage di Aosta su invito di Janus, direttore del prestigioso Museo Internazionale d’Arte Contemporanea. Per questa mostra Maurizio Fagiolo dell’Arco scrive il saggio Le stanze inquiete nel catalogo edito da Fabbri. E’ un testo fondamentale per comprendere la pittura dell’artista: scandaglia in modo originale ed approfondito il lavoro di Modica mettendone in evidenza la complessa fenomenologia delle tematiche: artificio – luce – memoria – sicilitudine – geometria – specularità – tecnica.

1992 – Tramite Maurizio Fagiolo conosce Alfredo Paglione della “Galleria Trentadue” di Milano, con il quale si crea una proficua collaborazione e una duratura amicizia.

Significativo anche l’incontro con Antonio Tabucchi che ha scritto il racconto Le vacanze di Bernardo Soares per accompagnare una cartella di incisioni realizzate da Modica e pubblicate dall’editore Sciardelli di Milano.

1993 – Invitato da Franco Farina, presenta una retrospettiva al Palazzo dei Diamanti di Ferrara con testo di Maurizio Fagiolo e poesia di Cesare Vivaldi.

19941995 – Partecipa alla XXXIV e XXXV edizione del Premio Suzzara alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea e al XXVII Premio Vasto.

1996 – È presente alla rassegna di arte contemporanea Pitture – Il sentimento e la forma allestita da Marco Goldin a Treviso ed espone a Milano con una personale, incentrata sul tema dello specchio, alla Galleria Appiani Arte 32.

1997-98 – L’ampia mostra antologica alla Casa dei Carraresi di Treviso, illustra aspetti significativi della ricerca di Modica dal 1980 in poi; curata da Marco Goldin si correda di una monografia Marsilio con testi di Guido Giuffrè, Massimo Onofri, Claudio Strinati.Nello stesso anno a Palazzo Spadaro di Scicli si inaugura la mostra personale a cura di Paolo Nifosì “un metafisico nella terra dei fenici”

1999 – È invitato alla XIII Quadriennale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma e allestisce una mostra personale a Colonia alla Inter Art Galerie Reich.

2001 – Partecipa su invito al XXVIII Premio Sulmona e alla VIII Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea de  Il Cairo oltre ad esporre con diverse mostre personali a Messina, Roma e Palermo.

2002 – La Città di Mazara del Vallo gli rende omaggio con la mostra antologica La luce è la luce è la luce, a cura di Maurizio Fagiolo dell’Arco, con catalogo edito da Umberto Allemandi. Partecipa inoltre al LIII Premio Michetti: Italia-Argentina.

2003 – È presente alla rassegna d’arte contemporanea Novecento Siciliano in prestigiosi musei di Minsk, Mosca, Barcellona, Palermo.

2004 – Il Soprintendente Claudio Strinati, con il patrocinio del Polo Museale Romano, cura nel Complesso del Vittoriano la sua mostra retrospettiva “Riflessione” come metafora della pittura. Opere 1989-2003, con catalogo Umberto Allemandi.

Nello stesso anno  il Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, a cura di Giovanni Faccenda, gli organizza un’altra retrospettiva: Piero ed altri enigmi, incentrata sui rapporti enigmatici e arcani che legano da sempre la pittura di Modica al sublime magistero pierfrancescano.

2005 – Sarà la Provincia di Palermo a promuovere nel Loggiato di San Bartolomeo, , la sua rassegna personale: L’enigma del tempo e l’alchimia della luce a cura di Aldo Gerbino.

2007 – La retrospettiva La realtà dell’illusione-Opere 1983-2007 è allestita al Convento del Carmine di Marsala, voluta dalla Regione Sicilia e dall’Ente Mostre d’Arte Contemporanea “Città di Marsala”. E’invitato alla mostra dell’Arte Italiana in Palazzo Reale a Milano.

2008 – A Roma, nel Museo Nazionale di Palazzo di Venezia, Modica presenta la mostra Roma e la città riflessa con opere dal 1999 al 2008, visioni di città restituite attraverso la loro immagine allo specchio, in una sequenza di frammenti che si compongono e scompongono in ritmi di colore, luce e buio.

2009 – Dopo una serie di partecipazioni ad mostre collettive, è da segnalare la personale Blu Modica al Centro Culturale Le Muse di Andria, curata da Marco Di Capua con catalogo Silvana Editoriale.

2010 – Ritorna ad esporre a Milano, dopo molti anni, con la personale Metafisica di luce alla galleria Federico Rui Arte Contemporanea-Spazio Crocevia,con un testo di Gabriele Simongini.

Nello stesso anno è da segnalare la Mostra Retrospettiva “Inseguire la Pittura”-Giuseppe Modica opere 1999-2010,a cura di Laura Gavioli a Potenza Galleria Civica di Palazzo Loffredo.

2011– Scelto da Massimo Onofri è invitato da Vittorio Sgarbi alla 54 Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Venezia, Padiglione Italia, Corderie Arsenale.

“Ermetiche Apparenze” Metafisica e pittura   a cura di Giovanni Faccenda Centro di Promozione Culturale Le Muse, Andria.

2012-Illustra l’Agenda Manzoniana 2012 per la Fondazione Carichieti con mostra personale delle tavole al Museo de’Mayo a Chieti e alla Casa del Manzoni a Milano.

E’invitato alla quindicesima biennale di Arte Sacra, Isola del Gran Sasso, Museo Stauros.  Fa parte degli artisti invitati per la nascita del Nuovo Museo di Arte Contemporanea presso il santuario del Divino Amore. Nello stesso anno è da segnalare la mostra: ”Dopo de Chirico” artisti metafisici italiani contemporanei al Panorama Museum a Bad Frankenhausen.

2013.E’ da segnalare la personale alla Galleria Elle Arte in Palermo con significativo testo critico di Sergio Troisi. Nello stesso anno vince il 64°Premio Michetti ”La bellezza necessaria”. E’ invitato ad una singolare mostra itinerante 10 artisti per Edgar Lee Masters, che mette in relazione pittura e poesia, in omaggio a Spoon River a cura di Marco Fazzini: Andria centro Le Muse; Pordenone Biblioteca civica;Piacenza Galleria civica Ricci Oddi.

2014.L’ambasciata italiana in Australia a Canberra espone tre importanti opere in permanenza nell’ambito del progetto della mostra Arte italiana in Australia.

Nello stesso anno a Roma, La Farnesina acquisisce tre opere tra le più significative della sua ricerca,nella collezione d’Arte contemporanea.

La personale La luce di Roma a cura di Roberto Gramiccia alla Galleria La Nuova Pesa

è una selezione di opere tra le più significative dal 2005 al 2014 il cui denominatore comune è la luce e  la città di Roma. Quasi in contemporanea alla Catania Art Gallery si inaugura un’altra importante personale Misteri di luce a cura di Francesco Gallo opere 2007-2014 che indagano la luce mediterranea nella sua essenza sublime.

Presso il Centro culturale Le Muse di Andria a cura del filosofo Rocco Ronchi si apre una singolare mostra Arte come Eresia che vede insieme un ristretto gruppo

di maestri protagonisti della storia contemporanea dell’Arte non assimilabili alle correnti ortodosse: Bulzatti, Ferroni, Guarienti, Guccione, Kopp, Luino, Mattioli, Modica, Savinio, Tornabuoni, Riva. Un riconoscimento importante arriva anche  dalla Cina con il primo premio(medaglia d’oro) al “Festival Internazionale d’Arte di Nanchino”con acquisizione dell’opera per il Museo di Nanchino.

2015. Si apre  la sua prima mostra personale a Parigi Rifrazioni e Luci a cura di Giovanni Lista “La mélancolie onirique de Giuseppe Modica”alla galleria Jean Sifrein.

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