“Roma, viaggio nel cuore della Nuvola: ecco il Centro Congressi che aprirà a ottobre”, di Paolo Boccacci e Laura Serloni (Repubblica.it, 20 luglio 2016)

nuvola fuksas-4La Sistina di Michelangelo proiettata di notte sul telo bianco, la grande sala da 6 mila posti più grande d’Europa, l’auditorium foderato di legno di ciliegio, le scale mobili. Siamo entrati nel palazzo di vetro di Fuksas all’Eur dopo la fine dei lavori. Ventimila tonnellate di acciaio, tre volte il ferro della Tour Eiffel, e 58 mila metri quadrati di cristallo. Il problema dei costi e dei tempi.

“Prima non c’era”, scritto su un cielo stellato che illumina con una proiezione il grande telo bianco di fibra di vetro, il manto della Nuvola che fluttua tra i cristalli e l’acciaio. Ma anche la terra vista dallo spazio, i cirri rosa che si rincorrono, il fuoco e gli affreschi della Sistina di Michelangelo e quel dito di Dio che crea Adamo.

Tutti con il naso all’insù ad ammirare, con il rombo di una musica da film, il gioco ad effetto, l’ultima spettacolare trovata per presentare il nuovo Centro congressi di Roma, progettato dall’archistar Massimiliano Fuksas, che ora, dopo otto anni, è finalmente pronto, tra i marmi bianchi dell’Eur e le acque del laghetto, con i lavori finiti il 30 giugno, con l’inaugurazione ufficiale con il premier Renzi già programmata per il 29 ottobre, dalle 18 alle 20, in diretta Rai 1, come per l’Expo, con il concorso di idee per la scelta del nome da dare per la sfida dell’architettura contemporanea e con già in tasca il contratto per ospitare tremila chirurghi della spalla e del gomito da tutto il mondo, strappati a Boston, e poi 6000 avvocati dell’International Bar Association, le mosse per cominciare a incassare 350 milioni l’anno di turismo congressuale.

La prima dell’opera. Eccoci alla prima della Nuvola, questa teca trasparente di 70 metri per 175, alta 40, capace di ospitare 8 mila congressisti in un colpo solo, con la grande “sala plenaria”, che si raggiunge dalla luce bianca dell’Eur scendendo scale di marmo, da 6 mila posti, oppure divisibile in spazi da 3000 a 350 ospiti, con in fondo la caffetteria e accanto il “concourse” con i servizi bagagli. Poi più su il Forum da 6 mila metri quadrati, un’agorà per esposizioni, gala dinner, presentazioni e su tutto, in alto, il miracolo della nuvola vera e propria che accoglie l’auditorium per 1762 spettatori con 4725 pannelli di ciliegio americano che fanno da cassa armonica.

Business district. “Abbiamo preferito i fatti alle parole” spiega il presidente di Eur Spa Roberto Diacetti, il committente “e adesso questo straordinario asset della città è finito, con tutta la sua bellezza, che farà crescere il Pil di Roma in un quartiere che ormai, con le multinazionali che vi hanno stabilito la sede, come il gruppo Fendi al Colosseo Quadrato, è diventato un business district, un hub congressuale, anche con lo Spazio 900 del Palazzo dei Congressi di Libera. E poi c’è il loisir, con le prossime aperture dell’Acquario e del Luneur”. E se l’amministratore delegato, Giuseppe di Giovine, di Condotte, racconta la “squadra”, i 30 tecnici, i 270 operai di “un’impresa non possibile senza il contributo di tutti”, ecco l’ad di Eur Spa Enrico Pazzali, l’uomo venuto dall’Expo, a fare da anfitrione, ad annunciare le scadenze che verranno, a spiegare che “la recinzione rimarrà fino alla fine dei collaudi, ma il giardino sarà aperto ai romani fin dall’inizio di ottobre” e che “si avrà a disposizione un sistema wifi avveniristico”.

La Sala Plenaria e il Forum. Si inizia il viaggio nel cuore della “scatola di vetro”, con la colonna sonora di Vasco Rossi che intona “cosa non darei per stare su una nuvola”. Giù nella mega sala, uno spazio infinito di 9 mila metri quadrati, con il soffitto che lascia vedere i meccanismi del condizionamento dell’aria come un’opera “ready made” della Pop Art, con il chiaro accecante e infinito del legno di acero a terra, che arriva fino alle finestre che si aprono su uno spazio scuro, la caffetteria, e, ai lati, quelle incredibili strutture a soffietto nere, pronte a chiudere e a dividere gli spazi a piacere, e, accanto, l’enorme lungo atrio per lasciare i bagagli, mentre in alto calano dal soffitto duemila lampade Guzzini a stelo. Si corre su, sulla scala mobile, ma una si ferma, con mezza stampa sopra. Un incidente di percorso. Però la vista del Forum la ripaga. Anche qui una perdita d’occhio, su cui domina la sagoma bianca della Nuvola. “Per costruire il Centro Congressi” spiega Pazzali “sono state usate 20 mila tonnellate di acciaio, tre volte quelle del ferro della Tour Eiffel, e 58 mila metri quadrati di cristalli, come dieci campi da calcio”.

Costi e tempi. E i costi? E i tempi? “La Nuvola” continua “è costata 300 milioni, qualcosa più del preventivo se si può considerare un costo l’Iva”. In dettaglio 244,5 per i lavori, 29 milioni per spese tecniche, progettazione e direzione creativa, di cui 23 a Fuksas, che ora ne vorrebbe un altro a saldo, 9,5 milioni per oneri concessori e 19 milioni per altri oneri pagati a Condotte. Sui tempi è polemica. “Degli otto anni” afferma Duccio Astaldi, l’ingegnere che presiede il Consiglio di Gestione di Condotte “in realtà quattro, da aprile 2010 ad agosto 2014, sono passati ad aspettare la predisposizione delle dodici varianti a stralcio, anche per adeguare la struttura alle nuove leggi, e i relativi permessi per costruire. Ma ora potrebbe resistere anche a un terremoto disastroso. E abbiamo pannelli solari e l’acqua del laghetto utilizzata per l’aria condizionata che poi ritorna nel lago. I lavori veri e propri sono durati 48 mesi”.

Poi alla fine si sfogherà: “La Nuvola è stata finita perché ci siamo stati noi di Condotte che abbiamo resistito. Con un cliente, Eur Spa, che è al 90% del Ministero del Tesoro, finito con i libri in tribunale a un passo dal fallimento, con uno scoperto nei pagamenti che era arrivato a 52 milioni. Ma devo ringraziare l’ad Pazzali perché poi i problemi sono stati superati”. E intanto lo stesso Pazzali annuncia: “Oggi il nostro consiglio di amministrazione darà il via alla vendita dell’hotel da 439 stanze che è stato costruito qui accanto e che aumenterà dal 2018 la disponibilità di posti letto dei congressisti in un’area già molto servita dagli alberghi”

L’auditorium nella Nuvola. Intanto un gruppo di operai acrobati sospesi a delle funi dimostra come saranno pulite le pareti trasparenti che si alzano per decine di metri. E si sale su quelle che vengono chiamate “le più lunghe scale mobili d’Europa”. Ma anche questa volta una si ferma all’improvviso. Un altro piccolo incidente. Sopra lo spettacolo è mozzafiato, con le strutture in acciaio a vista che accolgono l’auditorium come in un bozzolo di giganteschi ricami.  Un effetto magico. Quindi altro colpo di scena, si entra nell’auditorium sospeso, rivestito di ciliegio americano, tempestato di piccoli fori per migliorare l’acustica. Che viene subito provata con il violino e il violoncello di due Marina Corsaro, che intonano le note di C’era una volta nel west di Morricone e di Sky Fall.
“Il Centro servirà solo ai Congressi? No, ha anche molte altre vocazioni” precisa Pazzali “Potrà ospitare convention aziendali, presentazioni di prodotti, saloni internazionali di auto e moto, spettacoli tv, concerti, teatro”. E per finire manca solo la magia delle luci e delle immagini che brillano nel buio sulla Nuvola. “Prima non c’era”.

About The Author

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.