Un nuovo ecomuseo a forma di Piramide, nella foresta pluviale messicana

di Giuseppe Folcarelli (Exibart, 15 marzo 2021)

Viktor Sørless e Juiñi hanno progettato Xinatli: un nuovo museo ispirato all’architettura Maya, che sorgerà nella foresta pluviale messicana, colpita da disboscamento illegale.

Il nuovo museo Xinatli nasce dalla collaborazione tra i due studi di design Viktor Sørless e Juiñi e Fernanda Raíz, collezionista d’arte e attivista ambientale. Il nome deriva dalla parola “xinachtli”, termine che nella lingua nahua sta a indicare il momento in cui il seme fiorisce. Fernanda Raíz ha dichiarato che il museo contemporaneo non deve essere specchio del potere ma, piuttosto, un luogo che difende un’equità: nell’ecologia, nell’arte e nella società. Sollecitare l’opinione pubblica alla salvaguardia ambientale è quindi uno degli obiettivi che si prefigge il nuovo museo. La struttura e la location stessa lo testimonieranno.

Il museo, infatti, si sviluppa in verticale come una piramide a gradoni. Il richiamo alle piramidi Azteche e Maya è evidente, tuttavia il concetto che sta alla base di queste strutture è diverso. Mentre quelle antiche popolazioni svilupparono i loro edifici partendo dalla base di uno zoccolo più grande e, progressivamente, di dimensioni minori fino alla cima, dove era situata la cella del tempio, il museo Xinatli è costituito da uno zoccolo più grande situato al centro mentre quelli posti alla base e alla sommità sono più piccoli.

Come ha spiegato lo studio Sørless, la struttura a livelli permetterà ai visitatori di poter vedere le chiome degli alberi più alti e, quindi, di entrare in sintonia con la natura. Inoltre, i materiali per la costruzione dell’edificio saranno eco-friendly e di origine locale: la resina Chukum e la fibra Sisal verranno utilizzate per far fronte all’azione degli agenti atmosferici e aumentare la resistenza alla trazione della struttura. Non verranno sradicati alberi per la sua costruzione ma, anzi, ne verranno piantati a beneficio stesso della struttura.

Per quanto concerne la posizione, il museo sorgerà in un’area forestale di 90 ettari precedentemente spogliata dal disboscamento illegale. La zona sarà riforestata nei prossimi anni nell’ambito del progetto. L’area sarà adibita non solo a ospitare agli spazi espositivi del museo ma anche alla costituzione di un centro di ricerca che si occuperà di lotta al cambiamento climatico e di prevenzione della biodiversità.

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