SCULTURE IN CAMPO. L’intervista per il mensile LA FRECCIA

di Cesare Biasini Selvaggi (La Freccia, n. 11, novembre 2020)

c.Stefano Fontebasso De Martino

Sculture in Campo

Il progetto di Lucilla Catania porta l’arte contemporanea fuori dai musei, nella campagna e nel borgo di Bassano in Teverina.

Operazione non nuova nella storia dell’arte italiana. Ma, in questo caso, il committente non è un’aristocratica famiglia o un ricco collezionista, bensì un’artista animata dalla passione per la scultura. A fare da sfondo, una natura di particolare bellezza e biodiversità, arricchita da una forte presenza archeologica: la campagna di Bassano in Teverina (VT), piccolo borgo tra le città di Orte e Viterbo, dal quale si gode un suggestivo panorama sulla vallata del Tevere. Sculture in campo si articola come un work in progress: ogni anno nuovi artisti posizionano le loro opere nel Parco, inaugurato nel 2017 con sei grandi sculture. Per saperne di più abbiamo intervistato la fondatrice e anima pulsante del progetto, Lucilla Catania.

Come ti definiresti?

“Una gazzella contro”, come scrive il critico d’arte Roberto Gramiccia nel suo testo per la mia monografia Stareeandare.

Ci potresti tracciare un tuo breve profilo personale e professionale?

Sono un’artista romana degli anni ‘80. In quel periodo imperversava la pittura di derivazione transavanguardistica, e c’era poco spazio per la scultura, in particolare per quella realizzata da donne. Sono sempre stata una solitaria, svincolata dalle tendenze dominanti del momento. Ho portato avanti una ricerca nella scultura che, pur partendo da basi classiche, si apre ai nuovi codici della contemporaneità. Al centro dei miei studi ci sono la forma, la materia, il volume.

Quando e come ti è venuta in mente l’idea di fondare il Parco delle sculture?

È nata nel 2017 quando, volendo posizionare alcuni miei lavori di grandi dimensioni nel giardino della mia casa a Bassano in Teverina, mi sono resa conto che sarebbe stato molto interessante affiancarvi opere di altri autori. Il motivo principale credo sia da rintracciare nella mia personale visione del mondo e nella mia sensibilità di donna. Credo che oggi l’artista dovrebbe uscire dal suo individualismo e lavorare su un progetto di inclusione e condivisione dell’arte. In quanto intellettuale, in un mondo pesantemente compromesso sul piano sociale ed ecologico, dovrebbe aprirsi a una visione collettiva del fare arte e cultura, alla ricerca di un’esperienza estetica immersiva e coinvolgente.

Per te è stata non solo una scelta professionale, ma anche di vita, visto che ti sei spostata per gran parte dell’anno in campagna. Come è cambiata la tua quotidianità?

Ormai da 11 anni vivo tra Roma e Bassano in Teverina, condividendo il mio spazio con circa 35 animali – oche, galline, gatti, cani e una cavalla – di cui mi occupo personalmente e che rappresentano, insieme alle opere d’arte, l’anima di Sculture in campo. La mattina mi alzo presto per occuparmi di loro. Successivamente sbrigo tutto ciò che ha a che fare con il lavoro in campagna, dalla sistemazione del giardino alla potatura delle piante fino alla pulizia dei box che ospitano i miei animali nelle ore notturne. La giornata finisce con il tramonto del sole.

Con quali criteri selezioni gli scultori da invitare nel Parco?

Sculture in campo ha un comitato scientifico e due curatori che ho coinvolto fin dall’inizio, Alberto Dambruoso e Roberto Gramiccia. Insieme decidiamo di anno in anno quali saranno gli artisti da invitare.

A oggi quali sono quelli presenti?

Nel 2018 abbiamo invitato Alberto Timossi, Francesca Tulli e Luigi Puxeddu. Successivamente, nel 2019, sono state posizionate le opere di Andrea Fogli, Licia Galizia, Vittorio Messina e Paolo Grassino. Nel 2020, nonostante le mille difficoltà causate dal Covid-19, abbiamo avuto Inés Fontenla, Bruno Ceccobelli, Roberto Pietrosanti e Paolo Garau. Sono tutte opere di grandi dimensioni, realizzate con materiali resistenti agli agenti esterni e non deperibili, ispirate in qualche modo al contesto naturalistico.

Per te è sempre stato importante coniugare l’arte con la natura, gli animali e lo sport. Come mai?

Gli animali sono quegli esseri meravigliosi con i quali condividiamo il pianeta. A mio avviso, dovremmo amarli e rispettarli di più, anche perché è grazie a loro che noi viviamo in equilibrio con l’ecosistema. Per quanto riguarda lo sport, mi definisco un “animale da palestra”, avendo sperimentato diverse discipline per 35 anni. Lo sport praticato con passione e costanza è un’arte.

La popolazione di Bassano in Teverina come ha preso questa nuova realtà del territorio e come interagisce col progetto?

Sculture in campo è stato sostenuto fin all’inizio dall’amministrazione comunale di Bassano in Teverina. Il giovane sindaco Alessandro Romoli ha dimostrato di porre attenzione all’arte contemporanea come viatico di cultura e civiltà anche per il paese. I bassanesi, nonostante la novità del progetto, incuriositi dalla presenza di opere diffuse sul territorio seguono con interesse e partecipazione l’attività del Parco. Sto lavorando con il mio gruppo per coinvolgere in modo diretto tutta la comunità e l’hinterland. Lo scopo è valorizzare, attraverso il Parco e le sue iniziative, le imprese agrituristiche, enogastronomiche e le attività artigianali locali. Con un tour operator mi piacerebbe, poi, definire un pacchetto turistico per un weekend di archeologia, arte contemporanea, natura e sport.

Progetti futuri?
Oggi Sculture in campo comprende cinque spazi espositivi. Innanzitutto, due terreni nella campagna bassanese, Casetta Lola e Il Querceto. Poi, all’interno del borgo antico ci sono due spazi indoor per mostre temporanee: Sculture in campo ipogeo e Sculture in campo progetti, riservato a disegni, studi e bozzetti preparatori delle opere ospitate nel Parco. Con il Comune di Bassano in Teverina stiamo realizzando anche La valle delle presenze, un’ulteriore estensione del Parco, in un’area ai piedi del borgo che l’amministrazione sta riqualificando. In questo luogo, che diventerà uno spazio di cultura, socialità e sport, con una palestra all’aperto, verranno posizionate quattro opere realizzate da artisti under 40 vincitori di un bando indetto da Sculture in campo. Tra i prossimi progetti c’è anche la volontà di costituire un network per riunire, su un’unica piattaforma online, tutti i parchi di scultura italiani, e poi quelli internazionali, per fare squadra e definire una nuova offerta turistico-culturale globale da vivere in modalità slow e all’insegna della sostenibilità.

Al termine di una visita a Sculture in campo, cosa ti auguri che il pubblico porti con sé?

Soprattutto il ricordo di una giornata passata in un luogo in cui arte e natura offrono un’esperienza estetica totale e coinvolgente, che ritengo fondamentale per migliorare la qualità della vita delle persone. Penso che questo sia il compito della cultura.

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https://www.fsnews.it/it/eventi/lifestyle/2020/11/2/la-freccia-novembre-2020.html

http://scultureincampo.it

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