WILLEM DE KOONING e il rapporto con l’Italia

VENEZIA

GALLERIE DELL’ACCADEMIA

Dal 15 aprile al 15 settembre 2024

A cura di Mario Codognato, Gary Garrels

È il primo progetto espositivo che analizza i due periodi che de Kooning ha trascorso in Italia, nel 1959 e nel 1969, e il profondo impatto che hanno avuto sul suo lavoro. Il percorso riunisce circa 75 opere ed è la più grande retrospettiva dell’artista mai organizzata in Italia. I curatori Gary Garrels e Mario Codognato approfondiranno, come mai è stato fatto, l’influenza italiana sui successivi dipinti, disegni e sculture di de Kooning in America. L’effetto prolungato di questi due periodi creativi è testimoniato da una straordinaria selezione di opere che spaziano dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta.

«Siamo convinti che proporre de Kooning alle Gallerie dell’Accademia sia un’occasione unica in primis per l’importanza dell’artista, in secondo luogo per il tema e la speciale connessione con l’Italia che ci è cara e vicina» ha detto Giulio Manieri Elia, direttore delle Gallerie dell’Accademia. «Aggiungerei che, dopo la morte di de Kooning, le sue opere sono state esposte in Italia solo di rado: l’ultima mostra dedicata al suo lavoro risale a diciotto anni fa. Notevole, infine, è stata la qualità della selezione dei curatori circa le 75 opere che rappresentano la dimensione dei periodi più espressivi di de Kooning».

La mostra comprenderà una selezione dei grandi e suggestivi disegni Black and White Rome che de Kooning realizzò durante la sua prima lunga permanenza nella capitale nel 1959.  I lavori saranno esposti insieme a opere della fine degli anni Cinquanta, eseguite poco prima del suo viaggio in Italia.

Per la prima volta si vedranno insieme Door to the RiverA Tree in Naples Villa Borghese, tre dei più noti Pastoral Landscapes, dipinti a New York nel 1960 dove è evidente il ricordo persistente del viaggio in Italia. Questa sezione comprende anche grandi quadri figurativi dipinti a metà degli anni Sessanta che hanno aperto la strada al suo interesse per la scultura.

Uno spazio sarà infatti dedicato alla scultura con tredici piccoli bronzi realizzati da de Kooning a Roma. Le opere sono il risultato dei primi esperimenti dell’artista con la creta che, tra il 1972 e il 1974, una volta tornato a New York, lo porteranno a produrre un nuovo nucleo di sculture.

Sulle pareti circostanti si potranno ammirare i quadri figurativi dipinti nello stesso periodo, accanto a grandiosi dipinti astratti realizzati successivamente dal 1975 al 1977.

La mostra mette anche in dialogo pittura e scultura con i disegni degli anni Sessanta e Settanta: tra le opere di maggior rilievo ci sono quattro disegni a inchiostro realizzati da de Kooning a Spoleto nel 1969, presentati accanto a una selezione complementare di disegni intimi, gestuali, concettualmente correlati con le sculture. Sono i disegni relativi al periodo in cui de Kooning frammenta la figura, lasciando spazi vuoti a fare da contraltare alle sue linee vigorose.

Il percorso, progettato in collaborazione con lo studio UNA/FWR associati e diretto dall’architetta Giulia Foscari, si chiude con una selezione degli ultimi dipinti di de Kooning risalenti agli anni Ottanta in cui la forma tridimensionale è trasfigurata in una poesia nuova, astratta. In questi dipinti i riferimenti figurativi sono minimi, caratterizzati da tonalità sul bianco controbilanciate da fasce e superfici di colore brillante. Sono tra le opere più sublimi dell’artista, nelle quali risuona l’eco dello stile barocco.

«Willem de Kooning per creare il suo lessico personale ha attinto alla coralità di stimoli della vita quotidiana, come la luce e il movimento» spiegano i curatori Gary Garrels e Mario Codognato. «L’impatto di ogni esperienza visiva poteva offrire o generare un’idea per realizzare un nuovo disegno o dipinto. Osservando come le sue New York ed East Hampton abbiano influenzato le sue opere, si ha l’impressione che lo stesso sia capitato a Roma, dando vita a una Gestalt di scorci. Durante i viaggi formativi in Italia, de Kooning ha arricchito il suo linguaggio e rielaborato un nuovo modus operandi attraverso l’approfondimento dell’arte classica italiana e il lavoro dei suoi nuovi amici artisti italiana».

La mostra è presentata in collaborazione con The Willem de Kooning Foundation, fondazione privata che gestisce il patrimonio dell’artista e promuove lo studio e la valorizzazione della sua vita e della sua opera attraverso ricerche, mostre e programmi educativi.

«La Fondazione è lieta di collaborare con le Gallerie dell’Accademia per presentare questa importante mostra che ci permette di condividere l’eccezionale visione di Willem de Kooning e dei curatori con un’ampia e variegata comunità internazionale» ha detto Amy Schichtel, direttrice esecutiva della Fondazione Willem de Kooning. «Questa mostra ci offre la straordinaria opportunità di presentare nuove ricerche e approfondimenti che andranno ad arricchire l’esperienza delle migliaia di visitatori, nazionali e internazionali. De Kooning è uno dei grandi innovatori americani e, come tale, riteniamo che la sua storia di sfide continue sia di vitale ispirazione per molti artisti contemporanei, studenti e giovani».

Il catalogo è edito da Marsilio Arte.

Conferenza stampa internazionale:

Lunedì 15 aprile dalle 12 alle 14 alle Gallerie dell’Accademia. Interverranno i curatori Gary Garrels e Mario Codognato, il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia e Amy Schichtel, direttrice esecutiva della Fondazione Willem de Kooning. Saranno presenti alcuni membri della famiglia di William de Kooning.Preview per la stampa:

Lunedì 15 aprile dalle ore 10 alle 14.15
Martedì 16 aprile dalle ore 8.15 alle 14

Date dell’esposizione:

dal 17 aprile al 15 settembre 2024
Gallerie dell’Accademia | Calle della Carità, 1050, Venezia

Biografia di Willem de Kooning
Willem de Kooning (1904, Rotterdam, Paesi Bassi – 1997, East Hampton, Stati Uniti) è stato uno dei principali artisti del ventesimo secolo. Nel 1948 riceve l’approvazione della critica con una mostra personale di dipinti a olio e smalto, astratti e densamente lavorati, tra cui i suoi celebri dipinti in bianco e nero. Poco dopo, nel 1950, de Kooning completa Excavation, un’opera astratta in grande scala e probabilmente uno dei dipinti più importanti del ventesimo secolo. L’opera venne scelta, tra le altre, per rappresentare gli Stati Uniti alla 25° Biennale di Venezia (3 giugno – 15 ottobre 1950), la prima delle sei Biennali a cui partecipa de Kooning (1950, 1954, 1956, 1978, 1986 e 1988).Pittore anticonformista che rifiuta le comuni norme stilistiche operando una dissoluzione del rapporto tra primo piano e sfondo, Willem de Kooning usa la pittura per creare gesti emotivi e astratti. Dalla fine degli anni Quaranta all’inizio degli anni Cinquanta, insieme ai suoi contemporanei, viene in diverse occasioni etichettato come «action painter», «espressionista astratto» o semplicemente della «Scuola di New York». Willem de Kooning è uno dei pochi artisti innovativi al quale si deve, negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, lo storico spostamento del centro dell’avanguardia artistica da Parigi a New York.De Kooning è stato insignito di numerosi riconoscimenti nel corso della sua vita, tra cui la Presidential Medal of Freedom nel 1964, negli Stati Uniti.Le sue opere sono state esposte in innumerevoli mostre e fanno parte delle collezioni permanenti di molte delle più importanti istituzioni artistiche del mondo, come la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Modern di Londra, il Museum of Modern Art di New York, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Metropolitan Museum of Art di New York, l’Art Institute di Chicago, lo Smithsonian Institution’s Hirshhorn Museum & Sculpture Garden di Washington, la National Gallery of Art di Washington, e la National Gallery of Australia di Canberra.

Le principali pubblicazioni sono state realizzate da Gabriella Drudi, John Elderfield, Gary Garrels, Thomas Hess, Harold Rosenberg, Richard Shiff e Judith Zilzcer.

 

 

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