“Rivouzione Picasso”, di Anna De Fazio Siciliano

È senz’altro un geniaccio, un artista folle, un pazzo ossessionato dal volto umano, la sua arte dirompente, dissacrante frantuma pezzo per pezzo ogni certezza umana. È Pablo Picasso. La sua rivoluzione cubista è in mostra a Verona fino al 12 marzo 2017. “Picasso. Figure” ripercorre anno per anno, dal 1906 al 1971, una lunghissima parabola creativa, la sua. È di qualche anno fa la notizia (qui il link https://www.opinion-internationale.com/2014/04/26/lettre-ouverte-a-anne-hidalgo-et-manuel-valls-il-faut-sauver-le-grenier-des-grands-augustins_24289.html) che interessava l’atelier parigino dove Picasso lavorava, in rue Grands Augustins, finito nelle mire di chi voleva farne un luxury hotel. Non conosciamo le sorti di questa vicenda ma sappiamo che negli anni della seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazista della Francia, il deposito era proprio il luogo dove Picasso si rinchiudeva in una vera clausura, per vivere in mezzo alle sue opere. Tra queste c’era anche il suo Guernica, realizzato proprio qui dopo il bombardamento del 23 aprile 1937 della cittadina basca. La retrospettiva di Palazzo Forti non comprende l’opera (al Reina Sofia di Marid) ma testimonia attraverso i capolavori del Musée National Picasso, lo sviluppo in varie fasi della lenta disgregazione del ritratto umano operata per mano di Picasso. Il millenario soggetto pittorico, il ritratto è distrutto, decostruito, scomposto. Con questa novità inizia la ricerca cubista di Picasso. A metà tra il figurativo e l’arte astratta, la sua rivoluzione arriva a esiti visivi tanto sconvolgenti che non si riconoscono più le forme, ad emergere è l’ambiguità sessuale, un’umanità mista all’istinto più bestiale. Volti irriconoscibili, corpi spezzati in parti e membra scomposte e riattaccate altrove, labbra al posto degli occhi, seni staccati, facce grottesche, le sue opere sono il riflesso di una mente turbata che vive un momento storico drammatico. Scandita in 6 sezioni la mostra curata da Emilie Bouvard ospita capolavori cubisti come “Le baisier” (vicino a Ballocco) del 1931, “Femme à la montre” del 1936, “Portrait de Marie-Thérèse” del 1937, ma anche opere precedenti come “Portrait d’adolescent en pierrot” del 1922.

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