Nell’ex Fornace di Antonio Canova la collettiva RECAP#full(y)-gounding//1, di Anna de Fazio Siciliano

gli artisti Fabrizio Cicero, Arash Irandoust, Germano Serafini e la curatrice Helia Hamedani @CANOVA22_ (1)In uno spazio tanto antico quanto suggestivo come Canova22, ex fornace dove Antonio Canova impastava il marmo e la terracotta, con l’aggiunta della cera rosata, concedendo al fuoco il gesto più impressivo della scultura, in questo cavernoso nascondiglio, (ristrutturato magnificamente e gestito da Fiorenza d’Alessandro) dove languivano mute le forme del neoclassicismo più puro, altri elementi puri, naturali sono alla base del progetto RECAP#full(y)-grounding//1 a cura di Lori Adragna & Helia Hamedani.

Sono i 4 elementi della vita, terra, aria, acqua e fuoco che si uniscono nella ricerca siciliana della Tenuta La Favola_Bridge Art (la cui direzione è di Valeria Valenza) per offrire un ponte, un punto di contatto tra Roma, Noto e Teheran. In una parola all’unione della splendida Persia, con l’antica Roma e la Sicilia, la terra di Federico II. Se ciò non bastasse, adesso è l’arte contemporanea a far parlare questi luoghi, in un incontro di culture e di linguaggi diversi.

Magicamente mescolati insieme nel video di Arash Irandoust o composti in grumi di pietra netina nei lavori di Fabrizio Cicero, quando non producono scosse elettriche come a “casa nostra”, ritrovano “nei secoli dei secoli” un punto fermo nella stella polare di Germano Serafini. I 4 elementi che vibrano come aria fino a gonfiarsi nel vento, o che si fanno acqua nel mare che si ingrossa e che impedisce la salvezza di interi popoli, si incrociano nel punto estremo d’Italia. La Sicilia, che da tempo immemore coniuga la bellezza del passato e l’orrore dei nostri tempi, si offre come scenario alle opere presentate a Roma. Ma non viene relegata nello sfondo, è la stessa Sicilia a parlare per prima e gli artisti a dargli voce, spazio, rumore, immagine, colore, linea, terra, aria, acqua, fuoco. Come un personaggio senza autore la terra siciliana presenta le mille facce di una regione dalle mille identità attraversata come è stata da una coro di popoli, migrazioni, culture, lingue. “é la Sicilia che volevamo raccontare, proprio dalle sue stesse coordinate geografiche” sostiene Arash al termine della proiezione del meraviglioso video accompagnato dalla voce e le parole sommesse di Guido Celli.

Anche da un luogo desertico come è la località vicino Noto, dove si trova la Tenuta, si incontrano più volti e più arti, più possibili punti di contatto e integrazione sana, sostenuta da un approccio al saper vivere che è tipico di queste genti, non solo nella cultura dell’accoglienza di chiara ascendenza greca, ma anche nella semplice condivisione del cibo che accomuna, del vino che qui si produce e dell’aria sana, della terra fertile, del caldo fuoco che fa tremare le zolle come del mare, di quel mare che non sempre sa accogliere.

La mostra RECAP quindi dopo questo piccolo assaggio a Roma e dove ha presentato gli esiti più interessanti della residenza “Le impalpabili impronte della carta e la geografia sensibile” prenderà di nuovo piede in Sicilia con sviluppi più ampi e più inattesi.

Dopo Roma, quindi prossimo appuntamento in Val di Noto, uno dei luoghi Patrimonio dell’Umanità, in ogni senso.

About The Author

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.