Il popolo italiano scende in piazza per difendere gli animali

di Lucilla Catania

Milano, 7 ottobre ore 14, una marea variopinta di donne e uomini ha invaso questa città, per quale ragione? Incredibile ma vero, per difendere il diritto alla vita degli animali, non solo dei propri amati compagni di vita ma di tutti. Anche e soprattutto di quelli che soffrono orribilmente ogni giorno della loro breve esistenza chiusi negli allevamenti intensivi.

Oltre 10.000 persone provenienti da tutta Italia sono giunte, con una perfetta organizzazione coordinata dalla rete dei Santuari e dei Rifugi, di fronte alla sede della Regione Lombardia per protestare contro il massacro crudele quanto inutile di nove siunetti che vivevano liberi e felici con i loro genitori umani all’interno del Rifugio Cuori Liberi di Sairano, in provincia di Pavia.

Abbiamo già parlato di questa vicenda , quindi non mi dilungo sui fatti avvenuti, ma la mobilitazione delle persone, animaliste e non, è stata talmente alta ed emotivamente intensa da far diventare questa  manifestazione un emblema e un simbolo di qualcosa di nuovo che sta crescendo nella società italiana. Una nuova coscienza e un nuovo sentimento di cura verso quelle creature, animali e umani, che vivono ai margini del nostro sistema socio-economico. Gli ultimi del mondo, coloro ai quali non viene dato il diritto di vivere una vita dignitosa, nella libertà e nel rispetto.

La potente industria della carne, terrorizzata dalla perdita di cospicui guadagni a causa della Peste Suina Africana, ha dato ordine, alle autorità preposte e a lei subordinate, di uccidere tutti i suini malati o sani (morte orribile in camera a gas… mi ricorda qualcosa) presenti negli allevamenti intensivi, e in ogni luogo ove vivono questi animali, nel patetico tentativo di arginare questa malattia. Oltre 30.000 suini sono stati gassati in questi mesi.

La PSA, anche un bambino lo capirebbe, si sviluppa proprio all’interno di questi allevamenti dove regna la promiscuità tra gli animali e sono proprio gli umani, con le movimentazioni di prassi, a spargerla e ad amplificarne il contagio. Per non parlare di quanto l’attività venatoria, la famosa caccia al cinghiale, contribuisca in larga parte alla diffusione del virus.

Ora ditemi voi, in questo contesto, a cosa può servire uccidere nove suinetti protetti, curati e coccolati all’interno di un Rifugio? A nulla! E’ stato solo un vigliacco atto politico contro quella parte del paese che cura i più deboli, che accoglie creature diverse dandogli dignità e amore. Quella parte del paese che , viva Dio, esiste, la parte sana che non piace alla politica dell’odio, del disprezzo e del rifiuto.

Questo è stato il senso di questa imponente manifestazione ed è per questo che tantissime persone si sono mobilitate, per dimostrare che il perverso sistema dato per immodificabile può cambiare e che si può vivere insieme, animali umani e gli altri animali, senza uccidere.

Osservazioni a latere: nessun tg nazionale, asservito all’attuale regime politico, ha dato informazione di questa grandissima manifestazione, ha funzionato, invece, la rete democratica dei social e la determinazione delle singole persone.

Consigli per l’uso: lasciate la crudeltà fuori dai vostri piatti. Amici, Cruelty-Free si può vivere ed è bellissimo!

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