“La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba”. TANCREDI. Una retrospettiva

VENEZIA

COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM

Dall’11 novembre al 23 marzo 2017

A cura di Luca Massimo Barbero

Tancredi, con la sua pittura, crea una nuova filosofia poetica per coloro che non posseggono né telescopi né razzi: quanto fortunati noi che abbiamo tali cristallizzazioni da trasportarci sani e salvi, verso altri mondi. Così Peggy Guggenheim scriveva di Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), tra gli interpreti più originali e intensi della scena artistica italiana della seconda metà del ‘900, a cui la Collezione Peggy Guggenheim dedica un’attesa mostra, dal 12 novembre 2016 al 13 marzo 2017: La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva, a cura di Luca Massimo Barbero, curatore associato del museo veneziano. Tancredi è stato l’unico artista, dopo Jackson Pollock, con il quale la celebre mecenate americana stringe un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere ai grandi musei e collezionisti d’oltreoceano e organizzando alcune mostre, come quella del 1954 proprio a Palazzo Venier dei Leoni. Dopo oltre sessant’anni, dunque, l’artista ritorna protagonista indiscusso alla Collezione Guggenheim con una straordinaria selezione di lavori, oltre novanta, che ricostruiscono in modo intimo e capillare, tra produzione creativa ed emotività prorompente, la parabola breve, ma folgorante, di questo grande interprete dell’arte del secondo dopoguerra. Partendo da rare prove giovanili di ritratti e autoritratti e dalle prime sperimentazioni su carta del 1950-51, il percorso espositivo documenta, nella sua prima parte, la ricerca prettamente astratta, svolta dall’artista feltrino nell’arco degli anni ’50, periodo che segna l’incontro cruciale con Peggy, di cui diventa protégé, e che lo porta ad avere un proprio studio a Palazzo Venier dei Leoni. L’esposizione rappresenta inoltre il ritorno in Italia di una preziosissima selezione di opere donate dalla mecenate ad alcuni celebri musei americani, tra cui la Primavera, proveniente dal MoMA di New York. La retrospettiva non manca di documentare la produzione artistica degli anni ’60, momento di crisi e di completa revisione della propria pittura, a cui Tancredi vuole dare un senso sistenziale e politico, mentre la parte conclusiva dell’esposizione è dedicata ai collage-dipinti, eseguiti tra il 1962 e il 1963, i cosiddetti Diari paesani e i Fiori dipinti da me e da altri al 101%, vera rivelazione di questa retrospettiva, esempi di eccezionale vigore creativo e drammatica euforia. Tutti i giorni alle 15.30 visite guidate gratuite alla mostra.

http://www.guggenheim-venice.it

 

 

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