TERRA UMBRAE #2

MARSCIANO (PG)

MUSEO DINAMICO DEL LATERZIO E DELLE TERRECOTTE

Dal 15 ottobre al 10 dicembre 2023

A cura della Società Lunare 

Domenica prossima inaugurerà la nuova mostra curata della Società Lunare nel MUSEO DINAMICO  DEL LATERIZIO E DELLE TERRECOTTE di Marsciano (PG). Dopo Terrae Umbrae #1, altri artisti si insedieranno con le loro opere nelle affascinanti sale del Museo che raccolgono antichi manufatti in terracotta e testimonianze del loro uso nel mondo contadino, innescando nuove linee di lettura e corrispondenze con queste presenze e con i vari aspetti legati alla dimensione “Terra”: l’argilla, l’ombra, la pietra, la casa, il sottosuolo, l’informe, le memorie sepolte, il coltivare, il vedere, ma anche l’immaginare per discendere al centro o fuggire sulla luna.

Il percorso parte dalla eliottiana “terra desolata” con una “Clessidra” in alluminio di Davide Dormino in cui la figura umana si capovolge simmetricamente legando indissolubilmente l’ordine diurno e notturno, sopra e sotto, slancio e contrappeso, e con le piccole isolate figure assorte in deserto pietroso che affiorano nelle piccole fotoincisioni di Kamile JadeviciuteSegue la Stanza del magma oscuro, la discesa verso l’origine, con una terracotta in metamorfosi di Alessandro Twombly in bilico tra “Calma e movimento” e la selva incandescente dipinta su una grande tela da Seboo Migone, poi la Stanza della sorgente e della casa con l’acqua che gorgoglia leggermente attraverso la fessura-vagina di una piccola lastra in alabastro (il “Disgelo” di Gregorio Botta), e il profilo e il volume di una casa che affiora a malapena dal buio pieno di una notte oscura (R.Visneh). Con la Stanza delle tracce ritorniamo in superficie, ad orizzonte di passo e di sguardo, con gli oggetti e i materiali che Cristina Falascaha raccolto in cammini campestri e nascosto quasi invisibili all’interno di oblò-setacci e Maurizio Pierfranceschi, dopo averli scovati in passeggiate intra muros,  ha composto in piccole minimali sculture polimateriche; qui, sempre a fior di terreno, ci  sono anche le pietre trovate che diventano sagome e  diagrammi infinitesimali nelle litografie della JadeviciuteLa vista a questo punto si spinge più avanti, invero torna all’indietro, con le “memorie del sottosuolo” raccolte nella Stanza dei reperti immaginari ideata da Myriam Laplante, Polly Brooks, Medina Zabo, in cui l’immaginazione, l’ironia e il gioco incominciano a portarci lontano  dalla eliottiana “terra desolata” della nostra umbratile ouverture. Anche se non siamo lontani dall’humor noir che ha già incominciato a farsi sentire. Salendo le scale, al secondo piano, troviamo la Stanza del Consiglio (giocoso) con un cavalluccio a dondolo in ceramica nera, “Fantasia gotica” di Luca Leandri che sta abbandonato davanti gotica finestra, e una cittadella in terracotta nera che emerge sbilenca dal pavimento  adornata da sghembi  filamenti floreali (“Scheletri” di Cecilia Damiani); lì accanto, c’è anche il “Libro” in terracotta di Tommaso Cascella che ci riporta si millenni indietro, quando i primi geroglifi e segni di scrittura furono impressi su tavolette d’argilla, ma anche ai gesti o sberleffi dell’infanzia, che non hanno mai paura del non senso.

Ma la “terra desolata” si può fronteggiare anche con l’impegno e concrete utopie, ‘ritornando alla terra’. Nella Stanza del Camino – proverbiale stanza dei racconti – all’interno del grande focolare verrà proiettato un video che documenta l’attività dell’azienda agricola ‘filosofica’ che Gianfranco Baruchello ha fondato nel 1973. Poco dopo nel percorso entriamo nella Stanza degli otri, con grandi antichi orci umbri in terracotta, ora parlanti, in dialogo diverbio con i forestieri piatti raku, installazione site specific dei Celsauri (Auro e Celso Ceccobelli). Il dialogo con i manufatti contadini raccolti nel Museo continua lì accanto su un tavolo composto da vecchie piastrelle ceramiche raffiguranti luoghi e situazioni del territorio marscianese su cui sono collocate  in contrappunto le grottesche donne di Angela Maria Piga, in ceramica e rossetto rosso, che sembrano qui fare eco al chiacchiericcio degli otri oltre che alle figure tradizionali del tavolo dove sono poggiate.  Il dialogo si fa più armonico. e millenario, con le lievi  “Figure ornanti” di Annamaria Heinreich che ricordano gli antichi recipienti con figure di area mediterranea, seppur con la grazia austriaca di questa nota costumista teatrale, e i raffinati piattini in stile Oribe del maestro ceramista Andrea Campioni collocati invece al primo piano nella Sala dei Frammenti, delicatamente asimmetrici e spiazzanti, frammenti essi stessi, come gli scorci di paesaggio  dei piccoli fogli a matita e acquerello di Maurizio Pierfranceschi, sempre lì in dialogo con i vecchi cocci umbri della teca accanto, con le loro flebili tracce di pittura.

Il percorso espositivo si completa con altre due installazioni plastiche collocate in dialogo con manufatti conservati nel Museo. Nella Stanza delle memorie con la pericolante resistente pila di libri in terracotta di Lucilla Catania, una ‘colonna infinita’ collocata davanti al camino e circondata alle pareti dai bassorilievi dello scultore locale Alfredo Marinacci, lì preesistenti, in cui il fregio delle più  diverse scene umane, e della memoria, si sviluppa invece orizzontalmente a 360°.   Nella Stanza dei vasi, in cui sono raccolti nelle vetrine a parete vasi, ciotole e brocche contadine dell’ 800 e primo novecento,  sono stati collocati al centro due grandi filiformi trasparenti “Vasi” di Renzogallo, un invito dal sapore orientale allo svuotamento, alla trasparenza, alla lievità, seppure la terrae umbrae non può essere mai del tutto cancellata o rimossa: a disegnare nello spazio il morbido volume assente del vaso è infatti un tondino di ferro che nel suo andamento spezzato ricorda recinti, filo spinato, l’età delle spade, in luogo della matriarcale età dell’argilla.

Il giorno dell’inaugurazione, alle ore 11 e alle 12, vi saranno due interventi del musicista umbro Jeffckott,  uno dei rappresentanti dello “scream acustico”,  una sorta di blues-metal contemporaneo capace, come accadeva nei campi di cotone lungo il Mississipi, di portare alla luce attraverso la voce il malessere, il peso della terra, e di urlarlo, ma in un canto come strozzato (infatti si ‘urla’ per via diaframmatica e non agendo violentemente sulle corde vocali).

In occasione dell’inaugurazione di Terra Umbrae 2 nella vetrina del Museo di fronte alla chiesa di San Giovanni sarà collocato un ‘presepe apocrifico’ di Andrea Fogli, composto da alcune delle terracotte del “Diario delle 365 figure” presentato recentemente al Museo Nazionale della ceramica Duca di Martina a Napoli.

 

Artist

Myriam Laplante, Polly Brooks, Medina Zabo, Gianfranco Baruchello, Alessandro Twombly,

Seboo Migone, Davide Dormino, Gregorio Botta, Celsauri, Maurizio Pierfranceschi, Kamile 

Jadeviciute, Raha Vismeh, Cristina Falasca, Renzogallo, Tommaso Cascella, Lucilla Catania, 

Luca Leandri, Andrea Campioni, Cecilia Damiani, Angela Maria Piga, Annamaria Heinreich

La mostra sarà aperta fino al 10 dicembre, venerdì, sabato e domenica dalle 11 alle 17.


MUSEO DINAMICO DEL LATERIZIO E DELLE TERRACOTTE

Piazza San Giovanni, 06005 Marsciano (PG)

per contatti  athenacoperativa21@gmail.com    +39 389 128 5261

documentazione su www.lasocietalunare.it

 

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