Sulle tracce dell’Accademia Canoviana e di un bunker. Artisti contemporanei a Roma

di Giovanna Grumo

Il volume rende noto un progetto realizzato durante i lavori compiuti in un’ala di Palazzo Venezia tra il 2010 e il 2014 per poter ospitare gli uffici della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio.
L’area architettonica si caratterizza per la presenza di una epigrafe dedicata a Canova murata presso la scala che conduce a una sala al primo piano che porta il nome del grande scultore veneto. Elementi, questi, che suggerirono ad Anna Imponente l’ideazione di un progetto da sviluppare su due fronti: su quello storico, teso a individuare le tracce del passato per poter comprendere le ragioni di tali riferimenti canoviani all’interno dell’edificio, posti in un’area destinata in origine ai servizi, e nel contempo di invitare alcuni tra i maggiori artisti contemporanei a realizzare negli ambienti in cui si stavano svolgendo i lavori, delle opere site-specific aventi funzione decorativa e di arredo.

Canova dimorò a Palazzo Venezia in età giovanile per un soggiorno di studio (1779-1780) ma in seguito egli tornò nell’edificio per dirigere l’Accademia di Belle Arti del Regno Italico che ebbe sede nel Palazzo, fondata durante il periodo napoleonico (1812-1814) e rimasta attiva anche nel periodo asburgico. Le ricerche storiche condotte da chi scrive hanno fatto luce sull’attività dell’Accademia e sugli artisti che soggiornarono nel Palazzo, alcuni dei quali divenuti in seguito affermati pittori e scultori. Inoltre è stato individuato il momento in cui fu realizzata l’epigrafe menzionata (1812) e in quale locale il giovane Canova scolpì il gruppo di Teseo e il Minotauro (Londra, Victoria and Albert Museum) impiegato poi come studio dagli scultori allievi dell’Accademia.

La grande sala Canova, restaurata su progetto dell’architetto Carlo Serafini, ha visto impegnati diversi artisti: Stefano Di Stasio ha eseguito La sera del Mago (2010), un dipinto a olio su muro che si estende sugli strombi di un’alta finestra, dove prende corpo una figurazione misteriosa, onirica, a metà tra sogno e realtà; sul podio posto sotto l’altra grande finestra della sala, Cloti Ricciardi ha realizzato, con colori acrilici e resina trasparente, Piani di Calpestio (2010), uno specchio d’acqua su cui è possibile camminare, dal colore blu intenso con lunghe striature turchine; Eloisa Gobbo è autrice del tappeto Temerario amore (2009) dalle forti cromie della Pop Art, dove i motivi floreali ispirati a Andy Warhol si uniscono ai moderni segni della stampa digitale; le Sedie in acciaio di Maria Dompè (2010), dalla linea essenziale ed elegante, presentano messaggi lirici serigrafati con smalti colorati tratti dagli haiku mentre uno dei due tavoli in cristallo riporta i versi di una poesia di Giovanni Pascoli: per questi ultimi l’artista ha previsto l’inserimento di fiori recisi dai colori intensi, rose rosse nei fori praticati ai lati del tavolo più grande, un’ortensia avente la stessa tonalità del vaso che lo contiene incastonato nel tavolo più piccolo. La sala Canova è stata dotata anche di una specchiera retroilluminata, intitolata Coincidenze (2010), nella quale Paolo Hermanin ha inciso migliaia di segni e simboli che dànno luogo a un insieme di forme allusive alla michelangiolesca Creazione di Adamo e di un appendiabiti che Claudio Palmieri è stato chiamato a realizzare, Ramia (2011), ispirato a un arbusto da cui in estremo oriente si ricava una fibra tessile, con i suoi vigorosi rami di ferro e acciaio inox che si aggrovigliano e terminano con grandi fiori di ceramica blu- violacei.

A queste opere d’arredo si sono aggiunte una scultura di Pietro Consagra, Alabastro addossato, del 2001, dove due lastre traforate sovrapposte con uno slittamento, una di marmo bianco di Carrara e l’altra di onice rosa del Pakistan, creano un elegante gioco di bicromia, e alcune donazioni: il dipinto Pittura nemica di Claudio Verna (2001), dove le stesure “sono intessute di emozionati sospiri vibranti, tratti istintuali accesi dal calore del fuoco”(A. Imponente, p. 59), e quello di Ilia Peikov, Sarà così del 1969, anno in cui avvenne l’allunaggio, dedicato al tema dell’astrofisica caro all’artista bulgaro, che presenta anche tutti i caratteri stilistici dell’autore.

Nel giardino del Palazzetto sono stati posizionati due lavori di Lucilla Catania: sotto il loggiato è la scultura Libri in rosso (2007), un blocco unico scolpito nel travertino color mattone, dove un gruppo di volumi che mostrano evidenti segni del tempo, non perfettamente sovrapposti e quindi con un’apparente instabilità, costituiscono un elemento posto a indicare l’Archivio Fotografico mentre è inserita tra le piante del giardino la grande scultura in terracotta Delfino costituita da tre elementi congiunti (1982, dono dell’artista), nella quale la scultrice – dopo aver realizzato opere che sono “pura espressione di forza” (Appella, p. 31) come Goccia, Occhio, Voluta, Storta – ha voluto qui rappresentare la tensione prodotta dallo scatto repentino che il mammifero marino compie con il colpo di coda. Sotto il loggiato era stata posta anche un’altra opera: la scultura In cammino di Lorenzo Guerrini (1955) acquisita in deposito temporaneo ed ora ritirata dagli eredi per scadenza dei termini; si tratta di una delle opere più significative dell’artista, che amava scolpire le sue forme primordiali nella pietra di Marino all’interno della cava in cui era stata estratta. In un angolo del cortile grande è stato posizionato un altro elemento artistico con valenza funzionale: l’opera Andando e stando del pittore/scultore Jacopo Cascella (2010), una panchina costituita da due parallelepipedi di travertino poggianti su piedistallo a forma di ruota, come fossero vagoni di un treno giocattolo; i sedili hanno la loro funzione primaria di luogo per la sosta ma sono anche un mezzo per potersi muovere con la fantasia.

L’inaspettato ritrovamento, avvenuto durante i lavori nei magazzini al piano terra, del bunker mussoliniano costruito tra le fondamenta dell’edificio, è stata l’occasione per valorizzare gli ambienti di accesso con le opere site specific di Michele De Luca, Sandro Sanna e Luca Patella. Mediante le sue Confluenze I e Confluenze II (2012), un olio su metallo il primo, e un acrilico su tela il secondo, Michele De Luca ha creato nel piccolo ambiente che precede l’accesso al bunker, con la sua “pittura di luce”, una incredibile luminosità cromatica delle pareti.

Luca Patella nelle sue due porte ha reso omaggio al grande scultore Antonio Canova eseguendone il profilo nelle forme di un “vaso fisiognomico”, caratteristico dell’artista, Vas Canova, serigrafato su vetro. Tra i due profili affrontati che compongono il vaso, una scritta autografa dell’artista riporta il brano di una lettera che lo scultore scrisse a Napoleone che lo aveva invitato a stabilirsi a Parigi come suo artista.

Recuperando l’antica tecnica del cocciopesto, combinata con quella altrettanto vetusta del mosaico, Sandro Sanna ha realizzato nel 2012 Bisanzio/P.12, pavimento nella stanza che dà accesso al bunker. La fine tessitura di cocciopesto, dal tipico colore rosso mattone, è costellata di tante piccole tessere dorate che sembrano essere in rilievo. Come un prezioso tappeto, completa il lavoro una cornice a mosaico, costituita da tessere dorate e nere, che corre lungo le mura perimetrali della stanza.

Con tale innovativo progetto, Anna Imponente ha creato un originale smart office. Ci si augura che nel tempo venga conservato inalterato, senza trasformazioni o smembramenti.


 

Sulle tracce dell’Accademia Canoviana e di un bunker Artisti contemporanei a Roma

A cura di Anna Imponente e Giovanna Grumo, pagg. 160, Gangemi Editore, Roma

con i contributi di: Giuseppe Appella, Marcella Cossu, Enrico Crispolti, Daniela Fonti, Flaminio Gualdoni, Simonetta Lux, Augusta Monferini, Ivan Quaroni, Elena Pontiggia, Bruno Toscano, Gabriele Simongini; e, per la sezione storica ,saggi di: Giovanna Grumo, Anna Imponente, Maurizio Occhetti, Rosalia Pagliarani, Carlo Serafini.

About The Author

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.