SCULTURE IN CAMPO 2021. Un progetto in espansione

di Valentina Gramiccia

Quando l’idea di un progetto, per giunta ambizioso, si concretizza e prende forma fino a superare i confini del suo originario disegno, la percezione della crisi e delle difficoltà diffuse che caratterizzano il contemporaneo si assottiglia e fa ben sperare. E’ quello che è successo alla storia di Sculture in campo, il Parco di Scultura contemporanea di Bassano in Teverina (VT), pensato e realizzato da Lucilla Catania e che oggi vanta un pregevole Comitato scientifico.

Gli spazi all’aperto di Casetta Lola e del Querceto, insieme alle gallerie Ipogeo e Progetti nel Borgo Antico, si arricchiscono di un luogo magico, La Valle delle Presenze, un’area pubblica riqualificata grazie ad un Bando lanciato da Sculture in Campo, che ha individuato quattro autori under 40 che con i loro lavori impreziosiranno questa realtà diffusa. L’inaugurazione è prevista per domenica 10 ottobre, alle ore 10.

Ad oggi sono 30 in tutto le sculture, per lo più site-specific, che scandiscono il percorso di visita del Parco di Sculture in Campo. Lo scorso 11 settembre quattro di loro sono state inaugurate in presenza dei rispettivi autori. Simone Bertugno, Claudio Palmieri, Renzogallo e Fiorella Rizzo. Quattro grandi opere di assoluto pregio, tre delle quali pensate e realizzate per gli spazi del Parco.

L’imponente figura anamorfica del Giano di Bertugno, in polistirene, resina, fibra di vetro, grafite ferro e acciaio, fa mostra di sé nella direzione di un dinamismo neo futurista che spiazza il fruitore. Frontalmente l’opera si manifesta nella sua interezza ma attraversandola con lo sguardo nel suo interno, le parti del tutto si suddividono scomponendosi e trasformando l’intero in una molteplicità di elementi. Un’opera che gioca fra l’essere e il divenire, scomodando Parmenide ed Eraclito.

Il Sentiero di Claudio Palmieri è un camminamento, con base curvilinea, realizzato interamente in travertino alla cui base svettano tre imponenti lastre-stazioni incise sulla superficie, attraverso la quale la luce si insinua con i suoi giochi ottici. Una via crucis laica che segna il rapporto delicato fra uomo e natura, celebrato con la grazia e la maestria che caratterizzano il lavoro dell’artista romano.

Quello di Renzogallo è un arco quadrato costituito da una serie di elementi tubolari di colore rosso che poggiano su una base in cemento a sezione triangolare. Vi si accede scendendo una scala, a ridosso della curva del terreno sul quale risiede l’opera. Anche qui la rifrazione naturale della luce, che cambia in funzione della sua inclinazione, gioca con la rifrazione “artificiale”, realizzata dall’autore con un gioco grafico sul basamento su cui traccia riflessi “artificiali” ad andamento curvilineo. Il suo Elogio della Lentezza è un monito in controtendenza rispetto ai ritmi nevrotici metropolitani. L’occasione per una pausa, una sosta per godere del silenzio che la natura ci concede.

Con Fiorella Rizzo la terra ai piedi del Querceto saluta i suoi visitatori con un bacio. Il profilo di una bocca di donna, dalle labbra generose, produce il Respiro della Terra (questo il titolo dell’opera) dalla pietra sulla quale poggia. L’ossigeno vitale che la natura consegna all’uomo e agli altri suoi abitanti.

Una quinta scultura trova la sua collocazione negli spazi del Parco. Parliamo di Forma del grande scultore e padre passionista Tito Amodei, recentemente scomparso, che saluta Sculture in campo benedicendo la terra generosa sulla quale poggia e svettando verso il cielo.

La visita di questa edizione si conclude con una mostra personale, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, che rappresenta un omaggio a un’artista superba, Cloti Riccciardi, protagonista delle lotte femministe degli anni ’70 e dell’avanguardia artistica degli anni Sessanta-Settanta del Novecento. Grazie al contributo significativo di sua sorella Mariolina, una selezione di opere plastiche, altorilievi e opere grafiche adorna le gallerie degli spazi Ipogeo e Progetti. Materia, Idea e Progetto nell’opera di Cloti Ricciardi si intrecciano senza mai prevalere l’una sugli altri. La conferma dell’opportunità e dell’urgenza di valorizzare il lavoro di un’artista non ancora doverosamente riconosciuta.

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