PUBLIA CRUCIANI
 – Fatti e ritratti

di Roberta Melasecca

ROMA
CAPPELLA ORSINI

Dal 29 maggio al 10 settembre 2019

A cura di Francesca Perti

In mostra sculture tattili realizzate con diversi materiali, legno, ferro, plastica e scarti industriali, che ritraggono e generano mondi dai quali si affacciano curiosi Leonardo, Boccaccio, Oscar Wilde, Lucida Mansi con il vestito di ceramica preziosa, re e regine dell’Africa, musicisti pop, scrittrici francesi.

“Publia Cruciani sa attendere, sa che quello che cerca “verrà a lei”. Il legno la chiama, il ferro la chiama, un’àncora o una rete sono lì per lei, sono i segni di cui ha bisogno per mostrare la genesi ideale della complessità delle cose attraverso la combinazione di questi elementi. I materiali usati, il legno, il ferro, la plastica e gli scarti industriali, diventano tessere di un mosaico cosmatesco, ridotti ai minimi termini sono restituiti ai loro archetipi. Cruciani costruisce sculture tattili, stravolge immaginari classici e compone il suo personale teatro, dove gioco e ironia si trasformano in occasione di profonda riflessione. L’artista ci impone di vedere oltre le convenzioni per scardinare pregiudizi. Il capovolgimento dei riferimenti diventa uno strumento raffinato per farci compiere il viaggio al cuore delle cose, offrendoci una via estetica all’esperienza della vita. L’opera è senza paludamenti né retorica, testimonianza della realtà che è davanti ai nostri occhi, ma che non è dato a tutti di vedere o comprendere appieno. “Arte è ciò che diventa mondo non ciò che è mondo” diceva Karl Kraus, e i ritratti di Cruciani di mondi ne creano tanti. Mondi dai quali si affacciano curiosi Leonardo, Boccaccio, Oscar Wilde, Lucida Mansi con il vestito di ceramica preziosa, re e regine dell’Africa, musicisti pop, scrittrici francesi. L’artista romana ce li presenta uno a uno, racconta la loro storia con un linguaggio teso ed elegante, a volte sintetico, a volte puramente immaginifico. Sono apparizioni che ci colgono all’improvviso e non possiamo che lasciarci soggiogare dalla loro forza vitale e irreverente. Siamo avvolti da una magia silenziosa che ci apre mondi fatti di stupore e meraviglia. Cruciani ci invita a frugare nella nostra memoria, come dei bambini in una soffitta, e a fantasticare, ad abbandonarci al gioco e così facendo ci emancipa e libera. Le sculture sembrano dirci di abbandonare il peso e concederci al piacere del vivere.
Basta avvicinarsi al Federico II dall’aria pensosa, con la corona di ferro portata sghemba come un vezzo, per ascoltare la sua saggezza: “Insensati come siamo noi vogliamo conquistare tutto come se avessimo il tempo di possedere tutto”. Oppure a Colette, avvolta nella camicia di pizzo francese, che, da sotto il suo cappello, ci ricorda che “l’ora della fine delle scoperte non suona mai”. (testo critico di Francesca Perti).

https://www.cappellaorsini.net/

About The Author

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.