SEBASTIAO SALGADO. Aqua mater

GENOVA

PALAZZO DUCALE

Dal 22 marzo al 14 luglio 2024

Brasile, Algeria, Antartide, Russia, Mali, Alaska, India, Namibia, Italia… Sono 42 le fotografie del celebre Maestro Sebastião Salgado, stampate in grande formato, che compongono AQUA MATER, la mostra che, dopo la presentazione a Parigi in un padiglione di bambù sotto la Grande Arche nel quartiere della Defense, verrà esposta a Palazzo Ducale di Genovacon apertura al pubblico dal 22 marzo 2024, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua promossa dall’UNESCO, fino al 14 luglio 2024.

AQUA MATER
 è prodotta dalla Fondazione Palazzo Ducale in collaborazione con Rjma Progetti culturali, Creation e SM-Art.La mostra è curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo e il percorso espositivo è accompagnato da una traccia sonora composta per la mostra dal musicista François Bernard Mâche, dell’Académie des Beaux Arts. Sarà a disposizione di tutti i visitatori un’audioguida in italiano e in inglese con la storia personale di Sebastião Salgado e i suoi ricordi delle foto presentate in mostra. Ferrovie dello Stato Italiane è sponsor tecnico della mostra, Radio Monte Carlo è la radio ufficiale.

«Questa mostra
 – sostiene il presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Beppe Costa – offre non soltanto una straordinaria raccolta di opere fotografiche, ma anche l’opportunità di una riflessione consapevole sui temi critici come l’acqua, l’ambiente e la società, in una città la cui storia e il cui futuro sono particolarmente legati al mare. Salgado ci conduce in un viaggio emozionante attraverso i molteplici aspetti dell’acqua, rivelando la sua forza vitale, la sua fragilità e la sua straordinaria capacità di plasmare il nostro mondo: dalle maestose cascate alle profondità degli oceani, dalle comunità che dipendono dalle risorse idriche, sempre più scarse e preziose, alla devastazione causata dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici». 
«La mostra di Sebastião Salgado, ospitata nel Sottoporticato – sottolinea la direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Ilaria Bonacossa – si inscrive in una ormai consolidata attenzione riservata dalla Fondazione per la fotografia e per i più importanti interpreti di questa arte. In questo caso c’è un elemento ulteriore che rende questa esposizione particolarmente stimolante: l’innesto di “fonografie” di François-Bernard Mâche volute da Lélia Wanick Salgado, curatrice della mostra. Le musiche creano attraverso l’interazione tra suono e immagine un’immersione multisensoriale che arricchisce e approfondisce l’impatto emotivo complessivo della mostra aggiungendo un elemento sensoriale emotivo che apre a una dimensione simbolica e poetica oltre a quella ecologica e sociale».

«E’ un grande onore celebrare oggi la straordinaria mostra “Aqua Mater” di Sebastiao Salgado curata da Lélia Wanick Salgado, che arriva per la prima volta in Italia e nella nostra meravigliosa città, dopo essere stata presentata a Parigi. Questa mostra – 
sottolinea la coordinatrice delle Politiche culturali di Regione Liguria, Jessica Nicolini – è molto più di una esposizione; è un viaggio emotivo attraverso la bellezza incontaminata della natura e le profondità dell’animo umano. Sebastiao Salgado, con la sua lente magistrale, ci invita a immergerci nelle acque del nostro pianeta, a contemplare la maestosità degli oceani, dei fiumi, dei laghi e dei ghiacciai che plasmano il mondo e sono messi a rischio dall’inquinamento, dal riscaldamento climatico. Dalle sue immagini percepiamo la fragilità di questi ecosistemi preziosi e fragili e l’impatto devastante delle attività umane che ci spingono a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e sulle nostre responsabilità. Il suo è un potente richiamo all’azione per proteggere e preservare le nostre risorse idriche e garantire un futuro sostenibile per le giovani generazioni. Inoltre, è significativo che questa mostra sia stata curata dalla compagna di Salgado Lélia Wanick ospitate da Genova e da Palazzo Ducale che ha saputo cogliere e presentare al mondo non solo la bellezza dell’arte visiva, ma il messaggio profondo e universale delle sue fotografie. Genova e la Liguria con la loro ricca storia marittima e la sua posizione sul mare sono i luoghi ideali per accogliere questa straordinaria esposizione che siamo certi sarà in grado di ispirare ogni visitatore».

«L’acqua è vita, un concetto dato per scontato per troppo tempo e che oggi abbiamo il dovere di portare all’attenzione delle nuove generazioni
 – sostiene l’assessore al Marketing territoriale del Comune di Genova, Francesca Corso –. Le risorse idriche non sono inesauribili e in questa consapevolezza dobbiamo lavorare per divulgare il messaggio che la tutela del nostro ecosistema e della vita in generale passa dall’acqua, in ogni sua forma. Gli scatti del maestro Salgado, impegnato da decenni nella tutela della foresta amazzonica, ci offrono spunti importanti di riflessione, che saranno anche approfonditi in laboratori ed eventi dedicati alle famiglie e ai ragazzi. Genova ha costruito la sua storia secolare in un rapporto stretto e diretto con il mare, fonte di ricchezza e quindi di vita: anche nello statuto del Comune di Genova è ben specificato come l’acqua sia “patrimonio dell’umanità e di tutte le specie viventi”. Riconoscere alle risorse idriche la centralità nel nostro ecosistema significa restituire alle prossime generazioni un patrimonio essenziale per le nostre comunità. Sensibilizzare su questo tema attraverso l’arte, poi, può risvegliare la coscienza con un linguaggio universale di sicuro impatto».

Il percorso espositivo propone un ampio corredo di testi dedicati al tema dell’acqua: l’Istituto Terra fondato dai Salgado per la riforestazione della Foresta Atlantica, il Manifesto dell’acqua per il XXI secolo, la Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, un resoconto dell’Unesco, un testo a firma di Lélia e Sebastião Salgado e altri.

Il progetto di mostra nasce dalla riflessione dell’autore sullo stato del Pianeta e in particolare dell’Acqua, l’elemento che lo rende unico nell’universo, tema al centro di un cambiamento epocale che Fondazione Palazzo Ducale accoglie con grande senso di responsabilità. Il riscaldamento climatico e l’innalzamento del livello degli oceani, la desertificazione e le alluvioni avranno conseguenze devastanti per l’ambiente e per milioni di persone che saranno costrette a cambiare la loro vita. La coabitazione armoniosa con l’elemento acquatico e la sua protezione sono sempre più indispensabili alla nostra sopravvivenza e alla salvaguardia della biodiversità nel mondo.

Con questi presupposti Sebastião Salgado ha selezionato alcune significative immagini per rappresentare il bisogno, la bellezza, la forza e i misteri dell’acqua, elemento fondamentale e prezioso della Terra. Le fotografie – stampate in bianco e nero su grandi formati – saranno allestite in un suggestivo percorso espositivo. Le foto mostrano il rapporto tra la natura e la vita degli uomini, mettendo in evidenza il legame tra la crisi ambientale e le disuguaglianze sociali.
Oltre ad essere un grande avvenimento artistico, la mostra è un’occasione straordinaria per approfondire i temi ambientali di maggiore attualità, ai quali verranno dedicate proposte didattiche per le scuole e per le famiglie, oltre a una serie di incontri internazionali sui temi dell’Acqua e dell’Antropocene a cura di Telmo Pievani e di Andrea Rinaldo, vincitore dello Stockholm Water Prize 2023, considerato “il premio Nobel dell’acqua”.

L’ACQUA

I racconti del mito e l’immaginario poetico associano spesso l’acqua al ciclo della vita umana. L’acqua è il liquido più prezioso sulla Terra, indispensabile per la nostra esistenza. L’idea di questa mostra è nata da una riflessione sullo stato del nostro pianeta. Il riscaldamento climatico è diventato una minaccia per l’umanità e per la natura. Lo scioglimento dei ghiacciai e la dilatazione termica delle acque marine, dovuta alle temperature elevate, provocano inesorabilmente un innalzamento del livello degli oceani, con conseguenze devastanti per le popolazioni costiere e per l’ambiente.
La coabitazione armoniosa con l’elemento acquatico e la sua protezione sono sempre più necessari per la nostra sopravvivenza e per preservare la biodiversità nel mondo. Le foreste producono il fenomeno dell’evaporazione, che forma veri e propri “fiumi aerei” che trasportano acqua dolce a diverse latitudini, riaffermando l’urgenza della loro protezione. Gli oceani, i fiumi, i ruscelli, i laghi, le cascate, la pioggia sono una parte molto importante del pianeta. L’acqua è vitale per il corpo umano, per le piante di cui ci nutriamo, per i biomi e per le specie animali. Tentare di rappresentare con immagini il bisogno, la bellezza, la forza e il mistero dell’acqua è un’impresa difficile, con il rischio di cadere nel luogo comune.
In questa mostra l’acqua appare in tutte le sue forme, la purezza e la intensità, l’abbondanza e la scarsità, è colta nella sua solitudine o nelle varie interazioni con l’uomo, con la fauna e la flora, in una selezione fotografica della sua poesia e del suo carattere indispensabile.
Come ha scritto il pensatore francese Gaston Bachelard (1884-1962) nell’opera L’acqua e i sogni: «Una goccia d’acqua potente è sufficiente per creare un mondo e per dissolvere la notte. Per sognare la potenza è sufficiente una goccia immaginata in profondità. L’acqua così potenziata è un germe che dà alla vita uno slancio inesauribile».

Sebastião Salgado
Lélia Wanick Salgado

LE FONOGRAFIE DELLA MOSTRA
Da sempre i rumori dell’acqua sono stati per me una grande fonte di ispirazione.
Già nel 1976, nel mio spettacolo musicale “Da capo” al Festival di Avignone, avevo fatto danzare una coppia nuda sul ritmo del mare. Poco dopo, in Amorgos, avevo trascritto diverse registrazioni d’acqua per sincronizzarle con una piccola orchestra da camera.
Quando Sebastião Salgado mi ha proposto di accompagnare la sua mostra, ero entusiasta.
La grande ammirazione che ho per il suo talento e questa antica fascinazione per il tema proposto, mi hanno fatto accettare immediatamente. L’impresa, tuttavia, non è certo facile. Il sentiero è stretto tra due imperativi: servire le emozioni degli spettatori senza trasformarli in ascoltatori e, nello stesso tempo, organizzare i suoni in modo che la loro concatenazione appaia naturale, in armonia con le immagini così forti del fotografo. Inoltre, i visitatori circolano nello spazio al loro ritmo, senza dover necessariamente ascoltare tutto, ma accettando quella che percepiscono come una espressione possibile di ciò che stanno guardando.
Ho cercato di portare a termine questo impegno organizzando quelle che, dal 1960, ho chiamato «fonografie». Né musica, né documentario, queste analogie sonore della fotografia, cercano come quelle di trascendere la semplice identificazione di un soggetto per rivelare degli aldilà simbolici e poetici, che servono di supporto alla meditazione. Con queste fonografie ho organizzato una lunga epopea acquatica. In un vasto spazio desertico i venti portano a poco a poco delle nubi tempestose, cariche di pioggia. Appena si palesa una presenza umana inquieta. Il flusso delle acque le trasforma in ruscelli e fiumi fino al mare. Nei pressi delle rive, l’acqua che rifluisce produce nelle grotte misteriose percussioni. Un altro temporale e alter piogge fanno danzare delle gocce e delle bolle, poi tutta questa animazione si placa per ricreare uno spazio che rivela, là in alto, il passaggio di un aereo.

François-Bernard Mâche

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