Le sperimentazioni di SERGIO LOMBARDO

ROMA

GALLERIA UNOSUNOVE

Fino al 10 novembre 2018

A cura di Simone Zacchini

Per questa seconda personale di Sergio Lombardo (Roma, 1939) da 1/9unosunove si presenta al pubblico una consistente serie di opere frutto delle più recenti sperimentazioni dell’artista sulla Pittura Stocastica, in particolar modo rispetto alla cosiddetta “tassellatura stocastica” (Stochastic Tiling), in cui la superficie pittorica è costituita da una combinazione minimale, completa e compatta di “mattonelle” create da algoritmi stocastici di generazione delle forme. Da queste ricerche sul Tiling è nata la serie qui esposta, chiamata Quilting (letteralmente “trapuntatura”), in cui la creazione di forme attraverso la combinazione di mattonelle stocastiche si appoggia esclusivamente sull’utilizzo del bianco e del nero.

Accanto ad alcune composizioni di grandi dimensioni già presentate alla Fondazione Mudima di Milano lo scorso marzo, vengono esposti Quilting inediti caratterizzati da un formato più piccolo. Diversamente dai quadri più grandi, queste nuove tele vanno viste come frammenti randomici non completi in se stessi ma potenzialmente modulabili all’infinito. Gli algoritmi di composizione sono simili a quelli utilizzati da Lombardo per le opere di grande formato, ma in questo caso, concentrando il campo visivo dello spettatore su una superficie pittorica più raccolta, si aumenta la capacità psicoattiva delle forme nate dall’assemblaggio delle mattonelle. Il disegno dei singoli tasselli, reso ancora più potente dall’utilizzo del bianco e nero, si espande in quattro direzioni e permette delle combinazioni che danno ai quadri un ritmo “compresso” che attiva un diverso stimolo per il pubblico rispetto al ritmo “dilatato” delle tele più grandi.

La mostra può essere dunque letta come un ideale completamento di quella alla Fondazione Mudima e come un’ulteriore evoluzione di quelle ricerche teoriche, pubblicate sul relativo catalogo (Sergio Lombardo. Stochastic Works 2012-2017, Mudima, 2017).

Psicologo e artista, Sergio Lombardo è tra i principali artisti italiani che hanno rinnovato il linguaggio artistico internazionale a partire dalla fine degli anni Cinquanta. Nella sua lunga carriera, iniziata nel 1958 con i primi Monocromi e caratterizzata da una sorta di programmatica discontinuità, Lombardo ha sviluppato diversi cicli di lavori basati su metodi sperimentali e studi scientifici: Monocromi (1958-1961); Gesti Tipici (1961-1963); Uomini Politici Colorati (1963-1964); Supercomponibili (1965-1968); Sfere con sirena (1968-1969); Progetti di Morte per Avvelenamento (1970-1971); Concerti di Arte Aleatoria (1971- 1975); Specchio Tachistoscopico con Stimolazione a Sognare (1979); Pittura Stocastica e Pavimenti stocastici (dal 1980 a oggi); Mappe minimali (1996-2002). All’inizio degli anni Sessanta, Lombardo è uno dei maggiori esponenti, insieme agli altri artisti della cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo”, dell’avanguardia storica internazionale e della Pop Art italiana. Le sue opere successive, distaccandosi dal medium pittorico, sono apparentemente incoerenti dal punto di vista stilistico rispetto alle precedenti, ma è possibile notare un elemento di continuità se entrambe vengono lette attraverso la lente della “teoria eventualista”, che Lombardo svilupperà pienamente negli anni Settanta, fondando il centro studi Jartrakor e la Rivista di Psicologia dell’Arte. In questo decennio, attraverso dispositivi variabili e metodi sperimentali, Lombardo studia i limiti estetici e le potenzialità della percezione e dell’interazione inconscia, offrendo una nuova visione e interpretazione delle arti, legata ai principi della spontaneità, dell’astinenza espressiva e della strutturalità. Sulla scorta di queste riflessioni, Lombardo torna alla pittura e, fin dai primi anni Ottanta, lavora su quella che definisce Pittura Stocastica: una particolare forma di realizzazione pittorica in cui, attraverso la creazione di procedimenti sperimentali, l’artista costruisce forme evocative non basate sulla sua ispirazione geniale e irrazionale, ma su algoritmi randomici costruiti da Lombardo stesso. Con il passare degli anni affina la sua ricerca inventando diversi metodi matematicigenerativi di “nonsense shapes” (come il metodo SAT, il metodo TAN e il metodo RAN) che creano differenti strutture percettive e offrono allo spettatore variabili interpretazioni visive delle forme senza senso dipinte sulla superficie della tela. Non a caso, tra tutte le serie di lavori in cui Lombardo ha messo alla prova le sue teorie, la Pittura Stocastica è quella su cui si è concentrato per un periodo più lungo. E in cui si concentra tuttora, come dimostrano i lavori in mostra. Negli ultimi anni questa sperimentazione metodologica si è evoluta nei cosiddetti Tiling (tassellature), in cui riprende una serie di progetti sperimentali sui Pavimenti Stocastici degli anni Ottanta e Novanta, per renderli ancora più complessi e aumentarne il potere evocativo e suggestivo. Chiaramente, questo tipo di opere ha sollevato nuovi problemi estetici di composizione, combinazione e colorazione delle forme che Lombardo ha indagato sempre alla luce della teoria eventualista, sperimentando nuove procedure stocastiche di creazione di forme, come vediamo nei Quilting qui esposti. A distanza di sessant’anni dai Monocromi, presentati nella sua precedente personale da 1/9unosunove e a cui è stato dedicato un volume di recente pubblicazione (Sergio Lombardo. Monocromi 1958-1961, Silvana Editoriale, 2018), queste nuove opere testimoniano come la ricerca di Lombardo sia ancora solida e continui coerente con i principi teorici eventualisti che hanno informato tutta la sua carriera.

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