“Le altre opere” al Museo Napoleonico. Un traguardo sfumato.

di Valentina Gramiccia

Guendalina Salini, Giuseppe Salvatori, Sandro Sanna, Vincenzo Scolamiero, Donatella Spaziani, Silvia Stucky, Alberto Timossi, Francesca Tulli, Edith Urban e Fiorenzo Zaffina sono gli artisti che avrebbero dovuto esporre le loro opere e quelle delle rispettive collezioni private presso il Museo Napoleonico fino a metà aprile, in occasione dell’ambizioso progetto espositivo “Le altre opere. Artisti che collezionano artisti” se il Dpcm non avesse disposto la chiusura dei Musei a causa dell’aumento dei contagi da covid-19.

La mostra è stata aperta al pubblico per soli quattro giorni. Ed è stato un vero peccato. Si tratta dell’ultima tappa di una lunga maratona espositiva (per la cura di Lucilla Catania, Claudio Crescentini, Daniela Perego e Federica Pirani e promossa da Roma Culture e la Soprintendenza capitolina ai Beni Culturali) iniziata a febbraio scorso, alla quale hanno partecipato 86 artisti italiani e internazionali, presentando al pubblico le loro opere in cinque spazi espositivi della capitale (Museo Bilotti, Museo Pietro Canonica, Museo di Roma in Trastevere, Galleria d’Arte Moderna, Museo Napoleonico).

Una rassegna d’arte contemporanea che ha messo in scena il confronto fra movimenti, linguaggi, stili e narrazioni fra il XX e il XXI secolo, un’occasione preziosa per un tentativo di ricapitolazione artistica tracciata su un doppio binario: da un lato il lavoro degli artisti coinvolti e dall’altro le opere delle rispettive collezioni private.

La stessa di cui avremmo goduto più a lungo attraversando le sale del Museo Napoleonico, le cui pareti bianche ospitavano opere bidimensionali, carte, lavori plastici e piccole installazioni. Dal rosso scioccante dei tubi di Alberto Timossi, alle carte di grazia certosina di Silvia Stucky. Dalle geometrie irregolari di Sandro Sanna, all’eleganza plastica di Francesca Tulli. Fino agli altri piccoli e grandi capolavori di tutti e dieci gli artisti e delle loro collezioni private che vogliamo omaggiare su Hidalgoarte, pubblicando una selezione delle opere in mostra. Ad maiora!

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