#iorestoacasa, #iorestoconlarte

#iorestoacasa è l’hashtag che campeggia ovunque nei media in questi giorni, dalla televisione ai social al web intero. Chi l’avrebbe mai detto? Gli italiani sono noti ai più per rappresentare il popolo maggiormente incline al viaggio, agli spostamenti, alla ricerca, alla scoperta. Un popolo di inguaribili ipercinetici costretti, per ragioni che vanno al di là della propria scelta individuale, a restare a casa, nell’attesa che non solo il proprio paese ma il mondo intero superi una crisi globale cosi pervicace, grazie principalmente al lavoro indefesso e coraggiosissimo di tutti protagonisti della nostra Sanità pubblica. Quello tratteggiato somiglia molto alla trama di uno dei film apocalittici tanto cari alla filmografia statunitense. Si potrebbe dire, ribaltando un luogo comune: quando la realtà supera la fantasia…

Resistere e sopravvivere. L’unico motto che ci sembra di poter promuovere. Ma non tutti resistiamo in egual modo. Questi giorni mostrano il disvelamento più limpido delle contraddizioni di un sistema (quello iperliberista e capitalistico) che non ce la fa più a sorreggere se stesso, a far funzionare i propri interni meccanismi di sopravvivenza. C’è chi parlava, già anni fa insistentemente, del rapporto capitale-natura laddove quest’ultima si preconizzava potesse prendere in mano la partita, ribaltando i rapporti di forza. E questo è successo. I paesi che godono di un pur maltrattato e debilitato Welfare dove la Sanità è ancora pubblica sembrano dimostrare, se pur con grandi fatiche e difficoltà, di riuscire a contenere i danni. Ma altrove – basti pensare agli Stati Uniti – la situazione è ben diversa. Solo i ricchi, anzi forse solo i ricchissimi si salveranno (un tampone in America, un solo tampone – che si tratti di cifre accessorie o correlate poco importa – costa attorno ai 3200 dollari!).

Ma torniamo al viaggio e al nostro spirito. Quello che non abbandona il nostro paese perché incastrato nelle eliche del nostro DNA. Beh il viaggio è ancora possibile. Si tratta di un viaggio da farsi senza muoversi dalla propria scrivania o dal proprio divano. Perché i musei e i centri di cultura del nostro Paese (come accennammo la scorsa settimana parlando delle iniziative capitoline) si sono attivati per mantenere alto l’interesse per l’arte e la cultura in questi giorni difficili di chiusura generale.

Partiamo dalle Gallerie degli Uffizi (che solo nel 2019, pensate, ha registrato 4 milioni quattrocentomila visitatori!) che lanciano la campagna Uffizi Decameron, ispirata al capolavoro del Boccaccio. Ogni giorno, sui profili social, verranno pubblicati foto, video e racconti dei capolavori custoditi negli spazi espositivi, dalla Galleria delle Statue e delle Pitture, a Palazzo Pitti fino al Giardino di Boboli. Un racconto al giorno proprio come nelle novelle raccontate dai dieci giovani protagonisti del Decameron che sfuggivano alla peste nera del Trecento, rifugiandosi sulle colline di Firenze.

Il Palazzo Ducale di Urbino, che conserva la Galleria Nazionale delle Marche (dopo la Lombardia e l’Emilia, una delle regioni più colpite dal covid-19) fa mostra di sé, attraverso l’iniziativa digitale ti mostro la mostra, con la grande retrospettiva del maestro senese Taddeo di Bartolo.

Anche la Triennale di Milano, ispirata come nel caso degli Uffizi dall’opera del Boccaccio, lancia l’iniziativa Decameron: fino al 31 marzo, sui canali social, si alterneranno artisti, designer, architetti intellettuali che “abiteranno” gli spazi vuoti della Triennale per sviluppare la propria narrazione. Fra gli ospiti Sandro Veronesi e Adrian Paci.

Molte altre le iniziative in programma per le prossime settimane che hidalgoarte si impegna a segnalare con lo stesso spirito di intrapresa che coinvolge il nostro Paese. Un Paese che, nonostante le sollecitazioni, resiste!

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