In mostra al MUSMA l’installazione di ALBERTO TIMOSSI

MATERA

MUSMA

Dal 1 aprile al 1 luglio 2023

A cura di Simona Spinella 

Sabato 1 aprile alle ore 18:00 al MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea Matera – si inaugura l’installazione Sacrostudio di Alberto Timossi, a cura di Simona Spinella, in collaborazione con la Galleria Gallerati di Roma e il Museo Stauròs di arte sacra contemporanea di Teramo.

L’esposizione è composta da due sculture, uno sgabello e nove fotografie, in un percorso discendente, dalla Sala della Grafica fino in fondo al terzo ipogeo di Palazzo Pomarici.
Sacrostudio è un luogo, sacro agli artisti perché è lì che per Timossi si trovano “ le matrici fondanti della creatività e cultura visiva” come luogo del lavoro, del concepimento e della creazione dell’opera. Sacrostudio è un cammino scandito da tre momenti: Maternità, Morte, Sepoltura. Sacrostudio è un’installazione “costruita sul numero simbolico Tre e sulla tradizione che ha sempre sviluppato il tema religioso sotto la composizione del polittico, e nella sua conformazione più semplificata del trittico.” Tre infatti gli elementi: lo sgabello di studio, usurato dal lavoro, e le due sculture in PVC, una croce e un sarcofago, ciascuno accompagnato da un trittico di fotografie. Sono donne ritratte sullo sgabello dell’artista a nutrire il frutto del lavoro creativo, una scultura, oppure morte sulla croce o adagiate nel sarcofago. Il colore rosso dello sgabello e delle due sculture emerge anche dalle fotografie, realizzate con la tecnica della desaturazione selettiva, ed è il rosso caratteristico di altre opere di Alberto Timossi come Le parti del discorso, l’innesto in PVC realizzato per il MUSMA nel 2008, che attraversa il terrazzo di Palazzo Pomarici. Dall’alto de Le parti del discorso alle profondità di Sacrostudio il ritorno di Alberto Timossi al MUSMA “gioca sulla lettura capovolta del nome “studio sacro”, così presente nella formazione e nell’attività di tanti artisti del nostro passato; prende le distanze dal singolo manufatto per abbracciare la modalità a tuttotondo del fare. Per riscoprire il sacro nella vita e negli ambienti che ci ospitano, per mezzo dell’arte, ha bisogno di collocarsi nelle chiese sconsacrate, che conservano il ricordo e la presenza dei riti e della fede, o dove per conformazione e tradizione culturale si respiri misticismo. Un tentativo per ridare sacralità ai luoghi che l’hanno persa, una sacralità laica che assume un ruolo di responsabilità da cui non potersi sottrarre”.

Non è casuale la scelta del terzo ipogeo del MUSMA “proprio in quello che un tempo era il luogo di culto del Palazzo Pomarici, il misticismo dello spazio sotterraneo si trasfigura nella materia plastica della croce posta longitudinalmente nello spazio che

dialoga con il piccolo trittico scavato nella pietra. Sulla sella di decantazione tre immagini raccontano un solo episodio, la morte sulla croce della madre, la vergine velata, lo spazio ci obbliga al silenzio, allo svelamento, alla sua rinascita” spiega la curatrice Simona Spinella.

“Alberto Timossi ripropone con vigore l’alleanza culturale con Matera, esaltando nel MUSMA la simbologia creativa delle sue opere. Gli “innesti” rossi in PVC, infilati nelle pareti di Palazzo Pomarici, oggi colloquiano con le matrici vibranti della maternità, della morte e della sepoltura. È la ispirata riproposizione del “tragitto” dell’uomo che trova nella sacralità degli invasi grottali la sua sublimante traduzione artistica” sono le parole di Raffaello de Ruggieri, presidente della Fondazione Zètema di Matera

Sacrostudio sarà visitabile fino al 1 Luglio 2023

http://www.musma.it

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