MARIO RICCI risponde alle cinque domande di Hidalgo


mario ricci

Mario Ricci è il protagonista questa settimana della nostra rubrica “Le cinque domande di Hidalgo”. Pittore, scultore, performer e installatore prolifico, si racconta rivendicando l’importanza del ruolo dell’artista come funzionario della cultura estetica. L’opera d’arte non è una riflessione sul mondo ma è un tentativo di azione e di cambiamento del mondo.

 

 

Qual è il ruolo della comunicazione, anzi dell’ipercomunicazione tipica dei nostri tempi, nel condizionare le dinamiche del mondo dell’arte?

Una delle utopie delle avanguardie storiche era quella di creare un’arte in grado di uscire dalla dimensione esclusiva dell’artistico (dalla dimensione dell’oggetto in sé investito dalla tecnica) per entrare in un’esteticità diffusa (affinché ogni individuo potesse risvegliare la propria creatività latente, rendendo arte la vita ed il quotidiano).

La velocità di diffusione data dai nuovi mezzi di comunicazione poteva essere uno degli strumenti in grado di favorire questa prospettiva. Tuttavia questo tentativo fallisce nel momento in cui si entra nelle dinamiche di mercato ed anche il semplice gesto di Duchamp viene misurato in dollari. Il prodotto artistico delle avanguardie che in principio non doveva essere mercificato oggi lo è al limite e fallisce nel proprio intento.

La crisi del progetto estetico moderno è evidente nel momento in cui l’arte passa dalla sua forma assoluta alla forma relativa, lo styling: l’artista si trova a scontrarsi con la tendenza dell’età moderna al consumo illimitato di prodotti industriali, che considera frenante ogni scelta qualitativa. L’idea di un’arte in grado di liberare la creatività latente negli individui, la possibilità che l’estetico permei di sé la vita quotidiana, ha di fronte una livellante società di massa.

Nella condizione attuale sembra venire meno la possibilità di affermare il mondo attraverso l’arte, la capacità di incidere direttamente sulla realtà.

L’ampio potere che esercitano i circuiti di comunicazione sulle masse rende improbabile un sistema di informazione che vivifichi la creatività dell’individuo e della collettività.

I mass-media, malgrado il grande contributo di alfabetizzazione, sono solo diffusori di cultura. Argan scrisse che «è certo che finché saranno strumenti del potere esisterà sempre un fattore repressivo e nullificante, quindi non creativo».

La società mediatica attuale ha monopolizzato la produzione delle immagini e tende a bloccare l’immaginazione individuale.

 

In che misura e in che modo la crisi economica e di valori che attraversa l’intero Occidente riverbera e influisce sull’arte contemporanea?

In un momento di crisi l’artista può essere più motivato. Il lavoro dell’artista consiste, in fin dei conti, nel mostrare un proprio punto di vista.

Schiller propose per l’artista una funzione sociale, legata alla possibilità e al dovere di agire sulla società. L’impegno dell’artista verso una cultura estetica non assume il significato di evasione dalla realtà politica ed economica che lo circonda, ma la sua coscienza ideologica, che trasferisce dalla politica all’arte, o più precisamente alla pedagogia estetica.

L’arte assurge a catalizzatore del rinnovamento, ed in ciò la funzione dell’artista è di divulgarne, con il proprio lavoro, logiche e procedimenti, educando all’arte. Ciò è quanto si propose l’avanguardia storica.

Da artista credo si debba concepire l’operazione artistica non come atto contemplativo ma come realizzazione di quegli imperativi categorici posti da Rimbaud: “cambiare la vita” e “essere assolutamente moderni”. Parafrasando il tutto nella necessità e volontà dell’artista di rinnovare costantemente il proprio linguaggio, poiché è questo il suo unico strumento di intervento sul presente.

 

Esiste ancora una autonomia e un ruolo per il critico d’arte?

Questa è una risposta che può dare solamente un critico. Mi auguro ci siano personalità in grado di difendere la propria autonomia e genuinità, così come mi auguro che lo stesso accada per gli artisti.

 

Che ruolo gioca il sistema dell’arte nella selezione delle figure più influenti e di successo?

Il sistema dell’arte è un sistema finanziario (lo è sempre stato). Certamente oggi vi è un monopolio creato delle grandi gallerie e case d’asta, attraverso cui si propagandano le scelte di una ridotta élite che apparentemente tende ad anteporre il valore economico a quello puramente estetico-artistico.

 

Quali ti sembrano le figure di intellettuali (curatori, direttori di museo, filosofi) prestati all’arte di maggiore interesse?

Non so.

 

Mario Ricci nasce a Genazzano (Roma) il 19 maggio 1962 , diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma.

Vive e lavora a Genazzano.

Ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive.

Personali:

2014- MARIO RICCI- Art Gallery, Palazzo Bontadosi, Montefalco (PG)

2014- IO CAMMINO SOLO- a cura di Alfio Borghese, Villa Comunale, Frosinone

2009- VEDO BENE VEDO MALE- a cura di Claudio Libero Pisano, CIAC Castello Colonna di Genazzano

2007- ATTESA- a cura di Marco Bussagli, BMW di Frosinone

2004- SOTTOTELA- a cura di Stefano Catalani, Atelier 31, Seattle

2002- IMPRONTE- a cura di Stefano Catalani, Museo Nazionale di Arte, La Valletta (Malta)

1995- COME FIORE ESSICCATO RINASCENTE- a cura di Marco Bussagli e Maurizio Calvesi, MLAC

(Museo Laboratorio di Arte Contemporanea) Università degli studi “La Sapienza”, Roma

1994- COME FIORE ESSICCATO RINASCENTE- a cura di Marco Bussagli, Palazzo Barberini, Palestrina (Roma)

1993- Galleria Akie Aricchi, Parigi

Collettive:

2013- CARTA IN GIOCO 2- a cura di Francesca Tuscano, Villa de Pisa, Olevano Romano (Roma)

2012- PORTICATO GAETANO XXIV edizione- Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea, Gaeta

2012- A PIEDI SCALZI- a cura di Roberto Gramiccia, Nuova Pesa, Roma

2012- ENTE COMUNALE DI CONSUMO – a cura di Claudio Libero Pisano, Complesso del Vittoriano, Roma

2004- TRA EST E OVEST- a cura di Stefano Catalani, Gas Art Gallery, Torino

2003- THE LAST JUDGEMENT PROJECT- a cura di Stefano Catalani, Bumbershoot, Seattle

2001- KUNSTAUKTION UEBERLEBEN STIFTUNG FUR FOLTEROPFER, Berlino

1999- PUNTO DI FUGA. FAVOLA- a cura di Simonetta Lux, PoMI (Polo Museale Internazionale) Genazzano

1997- INCANTESIMI- a cura di Simonetta Lux, Palazzo Orsini, Bomarzo (Viterbo)

1996- Museo Ozieri a cura di Roberto Lambarelli, Ozieri ( Sassari)

1995- MAGAZZINO- a cura di Fabio Sargentini, Galleria l’Attico, Roma

1989- OMAGGIO A BRANCUSI- a cura di Fabio Sargentini, Galleria l’Attico, Roma

1985- Bussotti Opera Ballet, Castello Colonna, Genazzano (Roma)

1983- LOSCO POETICO- Performance all’interno della manifestazione della Zattera di Babele, Genazzano

 

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1 Comment

  1. Ghiaï-Far

    Buongiorno,
    Avevo incontrato Mario Ricci molti anni fa ; cerco di avere il suo email o numero di telefono.

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