LE “MANCANZE” di Filippo Tommaso Ranalli, di Anna de Fazio Siciliano

FTR_mancanze_GUna saponetta scivolosa per “Moby Dick”, una quadricromia con flessuosità porpora di un nudo femminile dal “Viaggio al centro della terra”, lo sdoppiamento dell’essere umano da “Mr Jekill & Mr Hyde”, la scoperta del male che emerge dal “Faust”: queste le realtà che Filippo Tommaso Ranalli ha sotto gli occhi, un mondo fittizio (quello della letteratura) e reale insieme che domina il suo sguardo da fotografo.

Torino, classe 1989, Filippo arriva dalla Facoltà di Architettura e presto avvia la sua ricerca nel campo della fotografia frequentando lo IED della stessa città.

Il ciclo di immagini “Mancanze”, presentato nello spazio Micro a cura di Paola Valori, prende in esame il viaggio dell’uomo occidentale alla scoperta di ciò che è ancora sconosciuto: se stesso o una terra lontana, mari aperti o le linee morbide di un corpo da accarezzare. Ma il percorso non trascura nulla e non manca neppure la donna nel suo immaginario. Il protagonista “Candide” di Voltaire infatti per Ranalli è proprio una figura femminile che reinterpreta il senso del romanzo nel suo accanito rifiuto di un finto ottimismo, di una improbabile fiducia nella provvidenza. Da Cervantes a Calvino la letteratura antica e moderna non smette di incarnare le trame sottili della realtà umana che adesso attraverso un gioco di ottica alterata da Ranalli si palesa con le sue inquietudini, quelle che la donna e l’uomo conoscono da sempre.

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