IL CRISTO DI ENNIO CALABRIA, di Roberto Gramiccia

ENNIO CALABRIA -L'Uomo e la Croce-2Se c’è una cosa che mi ha colpito di questa crocefissione di Ennio Calabria è l’umanità del Cristo. Che poi è ciò che lo fa amare anche a chi non ha la fede. Non che nell’immensa iconografia della Croce questo aspetto non sia presente. Da secoli si distingue un un Cristus triumphans e un Cristus patiens, riconoscendo nel secondo un dio che patisce, che esprime, cioè, nella sofferenza il suo essere uomo. In questo portando a sintesi l’ossimoro che Gesù stesso incarna: non si da, infatti, un Dio portatore di pene se non mettendo in discussione la sua stessa natura, che è pura e assoluta perfezione.

Non è questa, quindi, la novità del magnifico cristo di Calabria. La novità, e direi la genialità, sta nel fare dell’umanità di Cristo un dato drammaticamente prevalente. Il suo Gesù non chiude gli occhi, non si consegna al Padre. Cerca piuttosto di staccarsi dalla croce. La sua schiena si inarca spostando in avanti il ventre fino all’inverosimile. La sua mano sinistra, liberatasi dal chiodo, trova ancoraggio sull’asse orizzontale della croce, consentendo a Gesù di volgere lo sguardo verso il basso. Verso il popolo di poveracci che lo piange e che lo uccide e nel quale anche lui si riconosce. Triste è il destino di uomini condannati a soffrire e grande è la partecipazione di Cristo a questa condizione. È per questo che anche chi non crede in Dio ama Gesù. Calabria ce lo dice con la potenza e la semplicità squassante della sua arte.

Il Cristo di Ennio Calabria è visitabile presso la Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma, nell’ambito dell’iniziativa “7 artisti in 7 Chiese per il Giubileo della Misericordia”.

http://www.viedellabellezza.it/events/7-artisti-in-7-chiese/

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3 Comments

  1. domenico fratianni

    magnifico ,struggente, umano , drammatico e misericordioso. Un abbraccio a Ennio Calabria .Domenico
    Fratianni.

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  2. NUNZIO SOLENDO

    Liberamente, condivido il puntuale testo del sapiente ed esperto amico Roberto Gramiccia, che osserva e discute acutamente del Cristo dipinto da Ennio Calabria . Ne descrive e ne esalta efficacemente la magnifica Opera di genialità dell’Artista Ennio Calabria nel fare dell’umanità di Cristo, una drammatizzazione corporea prevalente, con la potente e presente spiritualità della sua Arte Pittorica.
    Il mio caro e fraterno amico Ennio Calabria, nel mese di Novembre 2015 motiva la sua Croce di Cristo “Una morte per vivere”. E’ il desiderio di riscatto di milioni di individui che hanno creato un gruppo genetico di nome Cristo. La morte di Cristo, per Ennio Calabria entra oggi per volere, anche della storia, nei fondamentali del pensiero e della sensibilità della coscienza individuale spaesata, perché esiliata dalla pragmatizzazione della collettività. Testimoniando palesemente con la sua attuale Opera Pittorica, quella morte di Cristo così necessaria alla vita, che oggi risponde all’arsura di scopo, spesso soddisfatta da angosciosi sogni di morte. La mia personale attenzione è rivolta alla eccelsa iconografia di possente capacità creativa manifestata e determinata dalla oggettiva eccellente calligrafia pittorica di Ennio Calabria. Uno storico ed odierno capolavoro. Il mio modo di essere artista liberopensatore e libertario, non mi preclude laicisticamente di accettare l’Opera di Ennio Calabria nella sua definizione dell’umano Cristo Nazareno. Condannato dalla opportunistica Legge dominante e dal sadico e compiacente volere di popolo, il Cristo crocifisso di Ennio Calabria accetta il sacrificio della punizione e si sostiene con la mano sinistra alla orizzontalità della croce. Senza evidenti notori connotati e rivolto nel guardare dietro di sé, per l’incomprensione, l’abbandono e il tradimento subito. Drammaticità formale ed espressiva di solitaria e rassegnata tortura. Un capolavoro
    di umana tragicità inchiodata alla croce romana, con la sua morte convulsa e contorta, nell’istante e prolungato silenzio della tela dipinta. Una grande e significativa Opera del Maestro Ennio Calabria, che saluto con grande stima e fraterno affetto . Nunzio Solendo

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  3. giovanni spinicchia

    Voce dell’arte la cui generazione, in parte, ha inteso non rendere commerciale, ed a cui appartengo, non solo, ma soltanto dietro a questi esempi di passioni e di duro lavoro, fuori dai canoni del “becero” , mi è stato possibile operare e vivere le condizioni. Fra questi Piero Tredici – Salvatore Cipolla . Giuliano Pini – Marcello Guasti – Gigi Doni – Angelo Vadalà – Giovanni Spinicchia – e tanti altri e tutti Fiorentini di nascita o di adozione,…………di cui mi piacerebbe una vostra ricerca per un nobile contributo informativo, entro cui dare coraggio a chi si inoltra su questi stessi significati, dove l’apice della gloria e del successo internazionale è venuto meno. Grazie e grato.

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