ARTE E POTERE – Il mondo salverà la bellezza? – Accademia di Belle Arti di Roma

Il 17 dicembre, alle 11, presso l’Aula Colleoni dell’Accademia di Belle Arti di Roma, verrà presentato il libro Arte e potere. Il mondo salverà la bellezza? (Ediesse editore) di Roberto Gramiccia. Il libro traccia un excursus dei rapporti fra arte e potere dagli albori della storia fino ad oggi, cercando di dimostrare come l’arte nel corso dei secoli è sempre riuscita a mantenere, nonostante l’influenza dei poteri prevalenti, una preziosa e vitale autonomia. Negli ultimi decenni lo strapotere economico tende a rendere impossibile all’arte questa attiva resistenza, consegnandola a un destino che rischia di riproporre la questione della “morte dell’arte”. In questo senso, il saggio articola, in particolare, una riflessione efficace sull’arte postcontemporanea e sul sistema dell’arte. Alla presentazione, insieme all’autore, interverranno la Dott.ssa Tiziana D’Acchille, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma; il Prof. Giuseppe Modica, Responsabile Dipartimento Arti visive dell’Accademia di Belle Arti Roma e Lucilla Catania, Presidente dell’Associazione culturale per la promozione delle Arti visive Hidalgo, promotrice dell’evento. La stessa Associazione farà omaggio di una copia del libro ai primi 100 – insegnanti e studenti – intervenuti alla presentazione .

ARTE E POTERE
Il mondo salverà la bellezza?
di Roberto Gramiccia
con la collaborazione di Diana Cardaci
Roma – mercoledì 17 dicembre
ore 11.00
Accademia di Belle Arti di Roma
Via di Ripetta, 222 – Aula Colleoni

L’autore ne parla con:
Dott.ssa Tiziana D’Acchille – Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Prof. Giuseppe Modica – Responsabile Dipartimento Arti visive dell’Accademia di Belle Arti Roma
Lucilla Catania – Presidente dell’Associazione culturale per la promozione delle Arti visive Hidalgo

Un libro sulla mercificazione dell’arte che è anche, innanzitutto, un libro sulla crisi contemporanea e sul potere nel tempo della supremazia del capitalismo neoliberista.

Roberto Gramiccia assume l’arte come chiave di lettura della crisi del nostro tempo e ne ipotizza un utilizzo rinnovato, come un teatro nel quale mettere in scena una strategia di critica e di resistenza. L’arte è in crisi perché la politica è in crisi e, con essa, la sinistra e tutte le istanze di rinnovamento. Gramiccia traccia un percorso possibile per uscire dalla palude e riformulare un nuovo protagonismo democratico che, anche attraverso l’arte, riconquisti un immaginario capace di leggere e ricreare il reale. L’arte dunque come epifania di un nuovo tempo di libertà dal potere. Insomma, la bellezza non ha salvato il mondo, come era stato profetizzato da Dostoevskij, ma il mondo forse potrà salvare l’arte.

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